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"Scene dalla vita di un villaggio" di Amos Oz

Il nuovo libro di Amos Oz ( Feltrinelli , pp. 184, 16 euro) è una sorta di puzzle di personaggi. Sullo sfondo di una cittadina, Tel Ilan, si muovono i suoi abitanti, il sindaco, un’insegnante, un ragazzino, una bibliotecaria. Persone dall’apparenza comune, ma che in realtà nascondono segreti, finiscono per trovarsi in situazione strane o assurde che – e questo è uno dei tratti più caratteristici del libro – non trovano mai soluzione. Sono storie che rimangono sospese, e che denunciano attese mancate, dilemmi dell’anima, frustrazioni. Come accade ad Arieh Zelnik, il personaggio del primo racconto, che un giorno si vede arrivare a casa uno strano personaggio che intende comprare la casa in cui vive, che in realtà appartiene alla madre, e dopo un po’ di tergiversamenti si ritrovano tutti e tre sdraiati nel letto dell’anziana donna, senza spiegazioni. O come accade a un altro personaggio, che un giorno si vede recapitare un biglietto della moglie con su scritto: “Non ti preoccupare per me”, senza altre spiegazioni. Non sapremo mai perché la donna se ne è andata, ma ci rimarrà l’angoscia, l’attesa, le abitudini del protagonista infrante. Meno carico di Storia rispetto, ad esempio, a “Una pace perfetta”, questo libro offre veramente una galleria di personaggi che si incrociano, e che sono tormentati da situazioni familiari deboli, da dubbi e angosce sotterranee. E’ senz’altro un romanzo (nonostante sia costituito da racconti) sull’essere umano in sé, sulle sue capacità di dare spiegazioni agli eventi, ai tormenti che una placida quotidianità trasmette nell’animo del più candido degli abitanti di Tel Ilan. L’abilità di Oz è senz’altro quella di immedesimarsi nei suoi personaggi, che sviluppa con una maestria che raramente ho visto negli scrittori

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Libri autopubblicati: quali sono i più belli?

Ok. E’ andata così: dopo tutti i miei bei discorsi (condivisi da alcuni di voi) sull’editoria a pagamento, che non crea cultura etc…è successo. Ero in fila alla cassa alla Feltrinelli e ho visto un cartello che mi suonava come una presa in giro, e che diceva pressappoco: e se invece di leggere il prossimo libro fossi te a scriverlo? Stiamo molto calmi, ho pensato. Sarà magari uno di questi concorsi letterari a tema sostenuti dall’editore Feltrinelli. Macchè era solo la pubblicità di Miolibro.it, che promette la possibilità di pubblicare (a spese proprie) un testo e poi poterlo vendere anche sul sito della Feltrinelli. Sì, perchè è vero: in America sono tanti i libri che stanno avendo successo grazie al passaparola, autopubblicati dall’autore e poi best seller (vedi Il club delle ricette segrete ). Però, dico: ma come si fa a sperare di riuscire a ’sfondare’ come scrittore/scrittrice? Si ha una ‘vetrina’ dove esporsi? Il mio libro sul sito lafeltrinelli.it può essere ‘trovato’ solo se già si conosce il titolo.

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