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Erri De Luca al Festival del cinema di Venezia con un cortometraggio

Poter riacciuffare un pezzo di passato, costringerlo a esserci di nuovo. Questo il movente delle mie storie. (Erri de Luca) Sono molto curiosa di vedere per intero il cortometraggio di Erri De Luca, Di là dal vetro, per la regia di Andrea di Bari, di cui il Corriere della Sera pubblica oggi i primi spezzoni. Lo sono non solo perchè De Luca rimane uno dei miei scrittori italiani preferiti, ma anche per curiosità di vedere come un uomo schivo, amante dei silenzi della montagna, collaboratore di alcune trasmissioni tv, riesca a eprimersi artisticamente anche con questa arte. Credo ci sarà anche qualche eco autobiografica, nel suo cortometraggio, visto che in varie interviste De Luca parlava della madre molto anziana (la tv è per certi versi positiva, riempie le giornate di persone sole e costretta a stare immobili, disse al proposito), e nel video oltre al volto dello scrittore si si intravvede una donna dai capelli bianchi intenta a un solitario che incita il figlio a “non agitarsi”. Fra le immagini anche quella della statua di legno di una donna con delle profonde crepe. La solitudine maschile, il rapporto tormentato con le donne – che quasi sempre come prova d’amore chiedono una vendetta per essere riscattate – è una costante di molte delle sue opere letterarie, da Tu mio , a Tre Cavalli o Il giorno prima della felicità . Via | Corriere.it Erri De Luca al Festival del cinema di Venezia con un cortometraggio

Tagliati del 50% i fondi del Comune di Mantova al Festivaletteratura

La crisi, si dice, è come la morte, non guarda in faccia a nessuno. E, nel caso di Mantova, dall’implacabile falce della Crisi, non si salva nemmeno l’appuntamento più importante dell’anno, un evento come il Festivaletteratura, che porta in città 100mila persone e che rappresenta, per l’intera comunità, l’occasione per diventare, anche se solo per 5 giorni, il centro del mondo culturale italiano. Qualche giorno fa, infatti, è stato infatti ufficializzata dal Comune – nell’occasione travestito da implacabile giustiziera con tanto di falce e di cappuccio – la decisione di tagliare del 50% i fondi messi a disposizione ogni anno per l’organizzazione del Festivaletteratura, passando così dai consueti 120mila euro ai 60mila. Fortunatamente il Festivaletteratura ha, tra le sue migliori carte, l’aver cercato in ogni modo, in tutti questi anni, di rimanere autonomo e slegato dalle istituzioni, probabilmente perché la lungimiranza degli organizzatori aveva già capito l’antifona da tempo, vale a dire che la Cultura, in un paese come l’Italia, non vale nulla. Per fortuna, dunque, il

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Tagliati del 50% i fondi del Comune di Mantova al Festivaletteratura

Intervista con Michael Donnelly alla presentazione del suo ultimo libro "La Lista"

Oggi Booksblog è andato alla presentazione dell’ultimo libro di Michael Donnelly “La Lista” appena uscito da Piemme a 22€. Appena tornato da Courmayeur dove ha ricevuto il premio “Raymond Chandler” al Noir In Festival , Michael si è gentilmente prestato a rispondere alle nostre domande. Ma non aspettatevi nuovi dettagli sulle ormai ventennali vicende del detective Harry Bosch, per quello dovrete leggervi il libro e anzi, farci sapere se vi è piaciuto. Abbiamo chiesto a Michael di parlarci dei suoi trucchi del mestiere, quindi aspiranti autori prendete appunti, perchè dall’alto dei suoi 22 libri (di cui parecchi best-seller mondiali) sicuramente Mr Connelly, che di Raymond Chandler è sempre stato un grande fan , ha parecchio da insegnare. E non solo a chi vuole cimentarsi con i gialli e le storie noir. D- Michael, in tutti i tuoi libri il concetto di evoluzione (della storia, dei personaggi) è sempre molto presente; quali sono secondo te le domande che un bravo autore deve porsi per scrivere una trama che regge? R- Non credo si tratti di farsi delle domande, tutto dipende dall’evoluzione appunto del personaggio principale, cioè come tu costruisci il tuo protagonista che alla fine dovrà entrare in sintonia con il lettore su diversi livelli. Quindi bisogna delineare bene il tipo di atteggiamento del protagonista del libro rispetto alle varie situazioni e analizzare bene le sue reazioni ad esse; lui è la base di tutto, più definisci le sue sfumature…

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Ripescaggi: Il Caos, di Pier Paolo Pasolini

In realtà è un caso che, giusto un paio di giorni fa, a poche ora dall’anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini ( di cui abbiamo parlato qui ), mi sia capitato tra le mani, mentre scandagliavo nella mia disordinata libreria alla ricerca di un libro scomparso, Il Caos, vale a dire la raccolta dei pezzi che PPP ha pubblicato sulle pagine della rivista Tempo tra il 1968 e il 1970. Si tratta di articoli, commenti all’attualità, discorsi sull’arte, sul cinema e sulla letteratura, che, come spesso fanno le prose giornalistiche di Pasolini, colpiscono duro e che hanno spesso come minimo comune denominatore la “violenza contro la borghesia”, come dice lo stesso Pasolini nel suo primo intervento – del 6 agosto 1968 – utilizzato a mo’ di introduzione. Dallo scambio epistolare con Leone, a quell’epoca presidente del consiglio (ve lo immaginate ora Berlusconi che risponde a Moresco?), alla presa di posizione durante il Festival di Venezia – in piena “contestazione” – al rapporto tra intelletualità e televisione, dal caso Panagulis fino alla strage di Piazza Fontana, in queste rubriche settimanali Pasolini non risparmia niente e nessuno, e soprattutto, non si risparmia, spesso si apre al lettore svelando una straordinaria tenerezza, altre volte si sfoga – gli articoli dulla vicenda di Teorema per esempio, pellicola in quel periodo sequestrata e vietata. Il Caos, insomma, rappresenta quello che abbiamo perso, vale a dire una classe intellettuale conscia del proprio ruolo, capace di interpretare la realtà e di non semplificarla e banalizzarla, uomini come Pasolini, insomma, che una volta potevano scrivere i loro articoli su testate di prim’ordine – finanche al Corriere della Sera – e che oggi, se ancora ne esistono, sono ostracizzati dalle posizioni che contano, relegati spesso ai margini della vita sociale, senza la possibilità di parlare al proprio pubblico elettivo, alla gente. E un intellettuale staccato dalla realtà, non vale niente. Ripescaggi: Il

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Ripescaggi: Il Caos, di Pier Paolo Pasolini