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Divi della musica morti (o forse no). Sta nascendo un nuovo genere letterario?

A volte ritornano. Ma, attenzione, per una volta non parliamo di zombie, bensì di quei personaggi così radicati nell’immaginario collettivo che, anche dopo la notizia “conclamata” della loro morte, per così dire ufficiale, continuano a essere ritenuti vivi da milioni di fan in tutto il mondo. Il fenomeno riguarda soprattutto il mondo della musica: Elvis Presley e Michael Jackson, per citare due esempi tra i più celebri. Fiumi di inchiostro scorrono su questi fenomeni (come anche sull’altro fenomeno parallelo: quello del musicista morto e rimpiazzato, vedasi Paul McCartney). Di queste storie pullula il web, ma ora stanno diventando parte anche della letteratura. Agli inizi di quest’anno la Valter Casini ha pubblicato il romanzo Nessun futuro di Luigi Milani . Nel libro l’autore immagina che Kurt Cobain non sia morto suicida l’8 aprile 1994, ma continui a vivere da

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Passione copertine: sul New York Times quelle rifiutate dagli editori

Una proposta di copertina , scrive il New York Times per introdurre una simpatica gallery di copertine “scartate”, può essere affossata per una miriade di ragioni. “E’ troppo scura, è troppo chiara (le copertine bianche non rendono bene su Amazon), fa somigliare troppo il libro a un romanzo young adults, non piacerà al pubblico maschile”. Come scrive la testata, per un libro di alto profilo le “prove di copertina” possono arrivare a una cinquantina (anche se in genere ci si ferma a non più di una dozzina). E così copertine molto belle come quelle pubblicate a corredo dell’articolo vanno ad essere scartate. Ce ne sono alcune che assomigliano al quaderno a righe delle elementari o a certe scritte con i pastelli a cera (L’uomo autografo di Zadie Smith), altre che somigliano a schizzi di pennarello su cartoni legati con lo spago. In alcune le singole parole del titolo vengono scritte ognuna su un pennarello diverso oppure in cui titolo e autore sono inseriti sull’etichetta di una scatola di medicine (Presunto innocente, di Scott Turow). La mia preferita? Quella in cui le lettere sono formate, come in un poutpourry politically un-correct, da fili, semi, radici, farfalle in miniatura. Ricreatevi gli occhi con la photogallery, qui. Via | Sole24 Ore Passione copertine: sul

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Il gioco delle copertine: Gomorra e Il coltello e il mercato

Guardate l’immagine sopra e ditemi se c’è una leggera somiglianza… Ebbene sì, anche nella tipologia di testo. Si tratta, come avrete capito, di Gomorra di Roberto Saviano (Mondadori) e di una nuova uscita, Il coltello e il mercato di Marcella Marmo (L’ancora del Mediterraneo). La scelta di due copertine così simili è della casa editrice napoletana, che per presentare il saggio storico e analitico scritto dalla Marmo, una delle principali studiose partenopee, ha voluto “ispirarsi” alla copertina del bestsellers. “…mi è sembrata una citazione postmoderna ben riuscita, in cui il colore rimanda all’attualità di Gomorra, mentre la linea dei coltelli ben si sposa con quello che è contenuto del mio libro, un’analisi sulla camorra dell’ 800 con uno sguardo particolare agli effetti, positivi, dell’Unità d’Italia.” ha dichiarato al Corriere l’autrice, intervistata sulla scelta della copertina. Le opinioni sulla questione sono differenti, l’editore afferma di aver voluto dissacrare il mito di Gomorra, mentre alcuni giornalisti affermano che la serietà del saggio di una validissima e riconosciuta storica potrebbe essere preso poco sul serio a causa di questo divertissemant delle copertine. Voi cosa ne pensate? Il gioco delle copertine: Gomorra e Il coltello e il mercato

Librai si nasce. Uno spazio on line in memoria di "Don" Ermanno

I librai indipendenti, per chi ha la fortuna di conoscerne anche uno o due, sono dei personaggi che ti restano nel cuore. Da cui torni sempre, anche se non ti fanno lo sconto, per sapere “cosa c’è di bello da leggere” sapendo che loro stessi sapranno consigliarti il titolo più adatto essendo instancabili lettori e – soprattutto – avendo imparato a conoscere te e i tuoi gusti. Un po’ psicologi, un po’ indovini dell’animo umano, con cervello e cuore affilato come solo una vita di buone letture riesce a fare, modellandoti interiormente molto più di quanto tu stesso immagini. E’ così che non mi stupisco che, a distanza di anni dalla sua scomparsa (risalente al 1997), sia ancora tanto viva la memoria di un libraio napoletano come “Don Ermanno”, al secolo Ermanno Cassitto, titolare di una storica libreria a via Port’Alba 10, a Napoli a cui i figli Giuseppe e Giovanni hanno dedicato uno spazio su Facebook, aperto ai contributi di tutti coloro che lo conobbero. Ed è un piacere leggere le loro parole, come quelle di Giusi che, racconta, si fermava spesso da lui ai tempi delle medie, al ritorno da scuola. “Ogni volta ci raccontava aneddoti diversi, a volte divertenti, altre tragici, che riguardavano persone ricche, povere, di ignoranti o studiosi, a dimostrazione di quanto fosse bravo a intrecciare relazioni con tutti, al di là dello status sociale”. “Iscritto alla facoltà di scienza della semplicita, scienza del rispetto delle persone, scienza dell’ umiltà, la facoltà della bottega di Don Ermanno”, scrive invece Ciro, suo ex dipendente. Don Ermanno che parlava di continuo della sua carriera fra i libri “miscelando il discorso – di tanto in tanto – con battute …

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