Tag Archives: narrativa-straniera

L’ultimo amore di Kafka narrato da Michael Kumpfmüller

C’è una tendenza piuttosto diffusa a considerare Franz Kafka come un autore indubbiamente profondo, ma fondamentalmente triste. E se si trattò indubbiamente di una mente tormentata, ciò non toglie che ebbe scorci di sereno che lo portarono “alla soglia della felicità”, come lasciano intravedere alcuni scorci delle “Lettere a Milena” . Momenti intensi che lo accompagnarono in realtà fino alla morte, in quell’ultimo periodo trascorso a fianco della giovane Dora, descritti dallo scrittore tedesco Michael Kumpfmüller , in “Die Herrlichkeit des Lebens”, lo splendore della vita. Un testo che porta indietro le lancette dell’orologio della storia fino all’estate del 1923, quando Franz, in vacanza a Müritz, piccola stazione balneare sulle rive del Baltico con la sorella Elli e con i nipoti, incontrerà l’ultima donna della sua vita. Dora ha solo venticinque anni, lui quindici di più, in gran parte consumati dalla tisi, lei sarà il suo fedele alleato di nell’ultimo anno della sua vita. Combatteranno fianco a fianco l’avanzare imperterrito del male fisico e morale e in una Berlino nella quale serpeggia il delirio antisemita, sogneranno insieme la Palestina. Dora è seduta al tavolo della cucina, intenta a pulire alcuni pesci per la cena. Ecco due giorni che pensa a lui ed è improvvisamente è lì, naturalmente è Tile che ce l’ha portato, solo, senza la donna della spiaggia. Si tiene sulla cornice della porta e scruta, prima i pesci e poi le mani di Dora, con un occhio leggermente critico le sembra, ma è senza dubbio l’uomo della spiaggia. Lei è così sorpresa che non riesce a sentire bene quello che dice, qualcosa a proposito delle sue mani, delle mani così dolci, che devono eseguire un compito tanto insanguinato. Traduzione libera realizzata a partire da un estratto della pagina 2 del testo al link: books.google.fr Nell’immagine collage della copertina del libro e di…

Fonte originale:
L’ultimo amore di Kafka narrato da Michael Kumpfmüller

Aziyadé di Pierre Loti, un classico d’avventura e d’amore finalmente in versione italiana

Pierre Loti è una vecchia conoscenza , di quelle che si ricordano con il piacere immutabile delle amicizie d’infanzia. La sua storia sa di serraglio di acqua di rosa e di sandalo, ma anche d’arancia e di miele, di giorni bruciati dal sole e di notti salate di passione, cullate dalle onde del Bosforo . Vi si susseguono senza ordine predefinito, estratti di note e lettere di un tenente della marina inglese entrato al servizio della Turchia il 10 maggio 1876 e poi… I suoi carteggi destinati alla morigerata sorella e all’amico Plumkett, sono concentrati venati di tristezza e di maturità, interrotti da effluvi orientali e dai brevi riposi che solo l’amore concede. Giunto su una corvetta di sua Maestà britannica, trasformato dalla passione locale e dal destino in Arif Efendi e trinceratosi, dopo un sensuale passaggio a Salonicco, prima nella zona europea di Pera e poi in una casetta turca isolata e ricoperta di sete e tappeti nel santo quartiere di Eyüp, il protagonista sfiorerà l’essenza di Costantinopoli, nuotando nelle sue vie a larghe bracciate e fondendosi con i suoi abitanti, fino al limite del tragico. E così, stabilitosi poco lontano dal Corno d’Oro , in un luogo di cimiteri infestato da strani briganti notturni in cui tutto è Eski , antico secondo una parola locale usata con venerazione e i djinn (i geni) vegliano sulle soglie delle case, attenderà ascoltando fucilate alla luna sanguinante di un rosso irreale, accompagnate da un coro di preghiere supplicanti per impedire che il povero satellite venga divorato dal dragone dell’eclisse, in un mondo che…

Segui questo link:
Aziyadé di Pierre Loti, un classico d’avventura e d’amore finalmente in versione italiana

Le bambine che cercavano conchiglie, di H. Richell

“Dan si sbaglia. Dora sa che l’indomani non si sentirà meglio. Ha passato gli ultimi dieci anni sperando che ogni nuovo giorno fosse migliore…sperando di sentirsi meglio. E ogni mattina si sveglia con la nauseante consapevolezza che la responsabilità della dissoluzione della sua famiglia è tutta sua (…) è colpa sua se si sono tutti dispersi come i rottami galleggianti di un naufragio”. E’ in libreria da oggi questa opera prima di Hannah Richell, Le bambine che cercavano conchiglie un’autrice cresciuta nell’ambito dell’editoria e nel cinema, che si è concessa questa “immersione” nella scrittura dopo la nascita del primo figlio, nelle pause fra pannolini e pappette (e già solo per questo merita il nostro plauso). Una storia tutta al femminile, scritta con mano salda, che ci fa tuffare nella vicenda della famiglia di due sorelle, Cassie (Cassandra) e Dora (Pandora), che più diverse non potrebbero essere: Cassie che “aveva fatto irruzione nel mondo con una sinfonia rumorosa, dando fiato ai polmoni” mentre Dora era “venuta al mondo senza fretta e senza far rumore, tanto silenziosamente che Helen aveva avuto paura che ci fose qualcosa che non andava”. “Cassie era quella che si buttava a terra al supermercato e scalciava e gridava finchè non otteneva i cereali per la colazione che voleva lei; Dora si accontentava di avere gli stessi dell sorella. Cassie era quella che tirava fuori tutti i vestiti dal baule dei travestimenti e se li provava uno dopo l’altro…Dora li raccoglieva tutti e li rimetteva ordinatamente a posto per evitare che la sorella finisse nei guai”. E man mano che l’età avanza, le differenze non fanno che crescere di fronte agli occhi della madre Helen, stupita di aver partorito “due creature così diverse e affascinanti”. La felicità della vita con loro, a Helen sembra di riuscire a fissarla per un istante nell’obbiettivo di …

Visita il link:
Le bambine che cercavano conchiglie, di H. Richell

Carnevale con scrittori e illustratori alla Maison Balzac di Parigi

E’ la magia del Carnevale Parigino della prima metà dell’ottocento che va in scena fino al 17 febbraio presso la Maison dedicata ad Honoré de Balzac . Nelle sale dell’istituzione culturale, attaccate sui muri o ben protette nelle vetrine, si inseguono testimonianze d’epoca, disegni a tema, opere d’arte e riflessioni di scrittori come Théophile Gautier , i fratelli Goncourt (quelli del celebre prix littéraire che viene spesso equiparato al nostro Premio Strega) e lo stesso “padrone di casa” naturalmente. Una sessantina di lavori, tra i quali scritti e disegni di Balzac, che puntellano uno dei momenti più esuberanti dell’anno, nel quale i visitatori sono invitati ad approfittare appieno del clima di estrema libertà che regna in città per assumere i colori della festa. Un momento di esaltazioni e stravolgimenti, che gioca sui mores e mette in scena la passione per i travestimenti e per i costumi sontuosi, per svilupparsi tra atelier letterari, sedute di racconti, giochi di ritratti e maschere, reali, ma sempre un po’ romanzate. Uno splendido esempio delle grandezze e delle nefandezze, dello spirito teatrale, del gusto per l’opera buffa pronta a trasformarsi in tragedia e degli stravolgimenti registrati proprio nella “Comédie Humaine” di Balzac, che a proposito della ricorrenza a carattere sfrenato dichiarava: Ognuno sa che a partire dal 1830 il Carnevale ha assunto a Parigi uno sviluppo prodigioso, che lo ha reso europeo e ben più burlesque di quello di Venezia. Via | paris.fr Carnevale con scrittori e illustratori alla Maison Balzac di Parigi