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Contropotere, di Massimiliano Griner e Lilly Viccaro Theo

Massimiliano Griner e Lilly Vaccaro Theo pubblicano per Nutrimenti il libro Contropotere . La notte della Repubblica e i giornalisti che hanno cercato di fare luce . Si tratta di un testo sui cosiddetti pistaroli , cioè, come ci illumina Wikipedia : Pistaroli è l’appellativo con cui vengono chiamati, in modo dispregiativo, un pugno di giornalisti d’inchiesta italiani d’assalto negli anni settanta […] Si occupano di seguire tutti gli avvenimenti che accadono in Italia, a partire dalla strage di Piazza Fontana del 1969 andando a seguire le notizie dove accadono, e per questo vengono chiamati pistaroli, dal francese pistards noirs. Leggere Contropotere è come fare un viaggio all’interno della Storia per trovare altre storie, fatte di verità che si vogliono tenere nascoste, di scoop incredibili, ma anche di piccoli sotterfugi e trucchetti per poter arrivare alla verità (o almeno arrivare a quella che si ritiene possa essere la verità): in proposito è illuminate leggere la storia di Giorgio Zicari e dei suoi mille contatti (e colpi di fortuna) che gli permettevano di arrivare (quasi) sempre per primo sulla notizia (il che, alla fine, gli ha creato non pochi

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Contropotere, di Massimiliano Griner e Lilly Viccaro Theo

Il Turco, di Tom Standage

L’uomo contro la macchina. La macchina che sfida l’uomo. Due affermazioni, queste, che potrebbero essere la sintesi dell’interessante libro di Tom Standage, Il Turco , pubblicato in questi giorni da Nutrimenti . L’autore, è editor dell’ Economist , racconta la storia del celeberrimo automa scacchista che ha visto la luce nel 1770 per mano dell’ungherese Wolfgang von Kempelen e poi, alla sua morte, passato di mano in mano fino a divenire proprietà di Johann Nepomuk Maelzel che lo portò negli USA. Ed è proprio in un incendio scoppiato nel 1854 a Filadelfia che il Turco andò in cenere. L’automa, oltre ad essere bravissimo nel gioco degli scacchi e a battere fior fiore di scacchisti, era ammantato da un’aura di mistero perché nessuno riuscì mai a spiegarne il funzionamento. Proprio su questo aspetto Tom Standage costruisce la narrazione: all’inizio egli ci rivela che il mistero del Turco è stato oggi svelato, ma poi non ci dice nulla di più, incuriosendo il lettore e portandolo a scoprire sia l’avventura storica dell’automa giocatore di scacchi, sia la ben più interessante storia della meccanica che muoveva quelle meraviglie Sette-Ottocentesche che erano gli automi e, di conseguenza, l’acume delle menti che questi automi progettavano e scaturivano. Il Turco , così, non è solo un libro che narra di un automa, ma diventa quasi una sorta di viaggio nei progressi della scienza che ha portato alla nascita dei computer (non è un caso che l’ultimo capitolo del libro parli di Alan Turing ). Attraverso le pedine che si muovono sulla scacchiera, viene quasi delineata la fatica – e la bellezza – del cammino dell’umanità nell’andare sempre avanti, nello sfidare le macchine, da un lato, e nel lasciarsi aiutare da esse nella vita quotidiana. E come il Turco conteneva un …

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Il Turco, di Tom Standage

Il paese di Dio, di Percival Everett

Polvere e cattivo odore. Si ha quasi la bocca impastata di polvere e si percepisce il cattivo odore di persone non lavate non leggere il romanzo Il paese di Dio di Percival Everett da poco in libreria per Nutrimenti . Everett ambienta il suo romanzo nel selvaggio West e ne esaspera, in maniera parodistica, gli aspetti salienti a tutti ben noti per la serie di film western, creando, così un testo accattivante che chiede di essere letto e che rende palpabile l’aria che nel West di respirava. La storia è abbastanza semplice: dei banditi assaltano una fattoria, mettono a ferro e fuoco tutto, rapiscono la fattrice e uccidono finanche il cane (elemento questo che ritorna nella storia). Si salva solo il capo famiglia, Curt Marder, che va alla ricerca della sua bella. Per cercare di fare in fretta, assolda il braccatore Bubba, un nero. Alla compagnia si unisce Jake, un adolescente fuori dalla norma. Percival Everett è un maestro nel capovolgere quella che sembra la normalità delle cose (si pensi, per esempio, a Non sono Sidney Poitier in cui il protagonista si chiama con una negazione – Non sono Sidney Poitier, appunto – che costringe il …

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Il paese di Dio, di Percival Everett

Un anno in prima pagina, di Nicola Graziani

La fine dell’anno è sempre dedicata a una sorta di “riflessione” sui dodici mesi trascorsi, facendo un bilancio tra le aspettative del 1 gennaio e la realtà del 31 dicembre. Un ri-cor-dare ( dare al cuore ) che fa bene perché permette di acquisire maggiore consapevolezza, che fa bene anche se alcuni ricordi non sono piacevoli. In quest’ottica di colloca il libro a cura di Nicola Graziani dal titolo Un anno in prima pagina . Il meglio di dodici mesi di giornalismo italiano , pubblicato da Nutrimenti . Anno intenso, il 2010, che, come i secoli degli storici, non inizia e non finisce mai quando dovrebbe. Qualche volta esistono anni, e secoli, lunghi; altre volte ce ne sono di brevi […] Anno, il 2010, in cui molte altre granitiche certezze sono venute a crollare. Non si tratta solo della crisi economica, con la sua coda di drammi personali […] Anche la Chiesa, trionfante in uno sfavillio di luci e colori fino a poco tempo fa, ha dovuto fare i conti con il peggiore scandalo sessuale degli ultimi cento anni. La questione avrà molte e profonde conseguenze, c’è da giurarci, ben al di là del 2010 […] A fianco delle sofferenze dei figli della Chiesa quelle, molto più laiche, della politica. Anno, quello che si chiude,in cui il giornalismo schierato l’ha fatta da padrone. Quarantuno articoli compongono questo libro: testi delle maggiori firme del giornalismo italiano che, nel corso dell’anno, hanno raccontato quanto succedeva, dal loro punto di vista e che ora Nutrimenti ci ripropone per mettere un necessario punto fermo. E ricominciare un nuovo anno. Nicola Graziani (ed.) Un anno in prima pagina . Il meglio di dodici mesi di giornalismo italiano Nutrimenti, 2010 ISBN 978-88-95842-97-4 pp. 202, euro 13,00 Un anno in prima pagina, di Nicola Graziani