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Festa della mamma 2012: una poesie di Pier Paolo Pasolini

Mille e ancora mille auguri alle mamme che seguono Booksblog e a tutte le mamme in genere. Per molti di noi la passione della lettura è nata sulle ginocchia della mamma che ci leggeva racconti. L’amore per i libri e la lettura, infatti, nasce in famiglia e si apprende fin da piccoli insieme ai primi passi. Gli auguri di oggi li decliniamo in poesie con le parole di Pier Paolo Pasolini e della sua Supplica a mia madre : È difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò

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Propaganda. L’origine della più potente loggia massonica

Scrive Lucia Visca nella premessa al suo libro Propaganda. L’origine della più potente loggia massonica edito da Castelvecchi: Se è esistita la P2, se è vero che esiste la P3 e perfino la P4, non può che esserci stata anche la P1. Perché le logge si numerano così, da quando Salomone edificò il Tempio. Mai loggia può chiamarsi come la precedente. Rinascere sì, come l’Araba Fenice. Ma il nome deve essere diverso, basta un numero ordinale a fare la differenza. Al contrario dell’Araba Fenice, che rinasceva ogni volta più bella, quando si tratta di loggia P, anni e malavvezzo senso della cosa pubblica sono andati deteriorandola. Ogni volta peggio, ogni volta più segreta fino a sfumare nell’incertezza…

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Pasolini legge Ezra Pound

Esperimento poetico numero 360. Mettere insieme in un “attimo di contingenza storica” due poeti, possibilmente diversi per cultura e formazione, ma mi raccomando che si tratti di “materia di prima qualità”, di quelli fatti di una stoffa simile a quella dei sogni – tanto per capirci – altrimenti non funziona a dovere. Lasciarli decantare senza fretta, qualche minuto generalmente è sufficiente, ma potrebbero rivelarsi necessari persino degli anni – non si può pretendere di prevedere esattamente l’evoluzione dei pensieri in fondo – poi ascoltare e annotare con dovizia di particolari l’accaduto, sapendo in anticipo, che in questo specifico caso, la “pedissequa ripetizione dell’esperienza”, si rivela certamente impossibile. I nostri “ingredienti principali si

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L’Italia non è un paese per intellettuali: qualche spunto di riflessione da un’intervista di Eco al Guardian

Ieri il giornale inglese Guardian ha pubblicato un’intervista a Umberto Eco , uno degli italiani che ancora può vantare credito all’estero per la sua caratura intellettuale. Tra gli argomenti che l’Umbertone nazionale ha tirato fuori davanti ai giornalisti inglesi ce n’è uno che deve farci riflettere più degli altri e che riguarda la vita intellettuale del nostro paese. In particolare Eco afferma che l’Italia non è un paese intellettuale, che “sulla metropolitana di Tokio tutti leggono, mentre in Italia non lo fa nessuno” e che in fondo è proprio per questo che Berlusconi ha vinto facilmente la sua battaglia, riuscendo a trasformare il termine “intellettuale” in qualcosa di molto simile a un insulto. Per molti aspetti Eco non si sbaglia, anzi, coglie in pieno la mancanza che sfibra il nostro paese: il disinteresse del pubblico per la cultura. E’ vero, una volta in Italia c’erano personaggi del calibro di Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini, Primo Levi, Federico Zeri, Elio Vittorini, Leonardo Sciascia, Franco Fortini e altri centinaia, noti e meno noti. Ma c’era anche l’abitudine di dar loro ascolto, i loro …

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