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Changeless, di Gail Carriger. Continuano le avventure di Alexia Tarabotti

Changeless , di Gail Carriger , è il secondo romanzo della serie The Parasol Protectorate books , che unisce historical urban fantasy, commedia in costume, ucronia (storia alternativa), romance, ironia e una spruzzata di steampunk. Nel primo volume, senz’altro divertente ma, a parer mio, un po’ forzato nell’ironia e nella riproduzione della sacra indignazione britannica, abbiamo conosciuto la bizzarra protagonista, Alexia Tarabotti. Una ventiseienne inglese, alta, mora, di origine italiana, con la poco apprezzata pelle olivastra e un naso non minuscolo, intelligente, colta, dalla lingua affilata, fuori dai canoni di bellezza dell’Inghilterra Vittoriana e quindi apparentemente destinata a rimanere zitella. Ne abbiamo seguito le avventure, tra pericoli, indagini, baci e creature soprannaturali legalmente riconosciute, fino allo sperato lieto fine. Senza farci mancare nemmeno l’intervento diretto della Regina Vittoria e qualche dirigibile in volo nei cieli di Londra. In questa seconda avventura (attenzione, seguono spoiler per chi non ha letto…

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Changeless, di Gail Carriger. Continuano le avventure di Alexia Tarabotti

L’ultimo quadro di Van Gogh di Alan Zamboni

Sono ancora troppi gli interrogativi che circondano la figura di Vincent Van Gogh. Mentre si riaccendono le ipotesi che rileggono in tutt’altra luce il presunto suicidio di Van Gogh, che nasconderebbe secondo gli studiosi americani Steven Naifeh e Gregory White Smith, un omicidio commesso accidentalmente da alcuni ragazzini che giocavano con una pistola difettosa, coperti dallo stesso Vincent, che avrebbe preferito tacere pur di far non far pesare sulle loro giovani esistenze una colpa tanto grave (obbedendo forse ad un desiderio di religiosa espiazione che lo tormentava da anni e sperando anche di risolvere così i problemi economici dell’amato fratello, perché in fondo le opere di un morto valgono più di quelle di un vivo ), ecco che il libro di Alan Zamboni offre un’altra chiave di lettura. Vincent… Me lo vedo…con l’unica faccia che conosco di lui, quella che si ritraeva spesso. E’ nella sua camera adibita a studio nel manicomio Saint-Paul-de-Mausole . E’ chiuso nell’ospedale ed è notte. Ha acceso le lampade a olio. Sicuramente ha intorno a sé luci di quel tipo perché ricordo che Theo mi confidò che, da un rapporto del dottor Peyron, aveva saputo che Vincent durante una crisi, aveva tentato di …

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L’ultimo quadro di Van Gogh di Alan Zamboni

Nerone, di Andrea Biscaro

Nerone rappresenta uno dei personaggi più evocativi non solo della storia romana, ma dell’intera umanità e offre, soprattutto come personaggio mitico, una enorme quantità di spunti narrativi. Nerone. Il fuoco di Roma , opera prima di Andrea Biscaro, pubblicata da Castelvecchi , si inserisce in questo filone e traccia un profilo multiforme dell’imperatore romano cogliendone le contraddizioni e la complessità psicologica; aspetti che non di rado sfuggono alla storiografia ufficiale. A Roma può accadere di tutto. A Roma è accaduto di tutto. Chi non è nato e cresciuto qui non può capire. Ma voi dovete ascoltarmi e prestare fede alle mie parole. Nessuno più di me conosce Roma. Nessuno più di me conosce la storia che sto per raccontare. Allora, dov’eravamo rimasti? Ah, già, stavo scegliendo il

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In morte di Ida Macheria

Ida Macheria è morta da meno di una settimana. Cinque lunghi giorni che le sue spoglie riposano nel cimitero ebraico del Verano , ma sua bara è stata fatta passare per il ghetto, per non dimenticare quella parte della sua vita che la segnò così profondamente da non abbandonarla mai. Aveva 82 anni, era nata a Trieste da una famiglia originaria di Corfù, sterminata in gran parte nei campi di concentramento. La sorella Stellina le rimase accanto anche nell’orrore e resta forse uno dei pochi spiragli di speranza nelle parole della Macheria, raccolte nel libro Non perdonerò mai che invitano ad un ricordo stritola d’amarezza per la precisione di particolari: La Judenrampe! Il caos, il terrore, l’anticamera dell’inferno. Credo che non ci saranno mai parole sufficienti e tali da poterci fare capire, e da parte mia da rendere benché minimamente comprensibile, ciò che accadeva su quel binario. Si potrà mai capire cosa e con quale violenza scuotesse l’animo dei deportati al loro arrivo sulla Rampa degli Ebrei? No, non bastano…

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