"Nessuno vede il mio pianto" di Maurizio Sorrentino

Un’ulteriore prova che “l’epopea” è ancora possibile, sta tutta nelle pagine di “Nessuno vede il mio pianto” , il libro che “canta” di Castellammare di Stabia e di Sorrento, soffermandosi su buona parte degli avvenimenti che hanno attraversato la penisola italiana dalla sua unità alle soglie del ventunesimo secolo. Passando per ben due guerre mondiali, con le rispettive ricostruzioni, e attraversando peripezie di ogni genere e grado, i numerosi protagonisti di questo romanzo a mille voci, tratteggiano un quadro fedelissimo e colorato della complessità dell’esistenza umana, sottraendo al loro autore varie e intense scintille di ispirazione, che molto hanno a che fare con i contrasti cobalto di quel mare imperioso che non esita ad insinuarsi, dritto nel seno di una terra costiera generosa, pur nel suo strapiombo di roccia. Si tratta del romanzo d’esordio del giurista cinquantenne Maurizio Sorrentino, pubblicato alla fine dell’inverno e dedicato a quelle donne che “nessuno vede piangere”, perché le loro lacrime sono ormai invisibili. Proprio il pianto sembra quasi aver abbandonato per sempre, con tutto il suo portato di disperazione e consolazione, …

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