Jacovitti. Autobiografia mai scritta

Ho iniziato ad amare Jacovitti alle scuole elementari quando il Diario Vitt , con le storie di Cocco Bill e Cipzag che mi risultavano molto più interessanti di quelle raccontate dal maestro. Ricordo, soprattutto, che avevo un debole per i salamini con le gambe (già da allora la passione per i libri e quella per la cucina era viva in me) e per quelle api cicciotte che facevano fatica a stare in aria per via delle alucce. Le cercavo nelle tavole di Jacovitti e non era facile considerato che ogni pagina era piena di storie e microstorie che necessitavano di molto tempo per essere vagliate tutte con attenzione. È stato con vero piacere (e anche con una po’ di nostalgia) che ho letto e ammirato il libro Jacovitti. Autobiografia mai scritta a cura di Antonio Cadoni in libreria per i tipi di Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri . Mai scritta perché “la …

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Recensioni atipiche: I cento progetti realizzati di Letizia M.

Sono sempre stato un grande appassionato di fantascienza, dai sogni pedagogici alla Jules Verne, agli incubi visionari alla Vonnegut, ma la tipologia che, più di tutte, ha stimolato maggiormente la mia immaginazione è sempre stata quella particolare forma di distorsione immaginifica della realtà che altri chiamano Ucronia. Ed è proprio per questa mia passione che non ho potuto non apprezzare questo nuovo romanzo dell’esordiente Letizia M. che, pur nella concisione delle sue 130 pagine, grazie a una fantasia e un fervore immaginifico degno di un Arthur Clarke o di un Aldous Huxley, mette in scena la vita immaginifica di un sindaco di una città senza nome – ma che sappiamo essere la proiezione mentale di Milano in un futuro non molto remoto – colpendo nel segno. Appassionante, divertente, a tratti di una lucidità da accapponare la pelle, insomma un romanzo da

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Sono sempre stato un grande appassionato di fantascienza, dai sogni pedagogici alla Jules Verne, agli incubi visionari alla Vonnegut, ma la tipologia che, più di tutte, ha stimolato maggiormente la mia immaginazione è sempre stata quella particolare forma di distorsione immaginifica della realtà che altri chiamano Ucronia. Ed è proprio per questa mia passione che non ho potuto non apprezzare questo nuovo romanzo dell’esordiente Letizia M. che, pur nella concisione delle sue 130 pagine, grazie a una fantasia e un fervore immaginifico degno di un Arthur Clarke o di un Aldous Huxley, mette in scena la vita immaginifica di un sindaco di una città senza nome – ma che sappiamo essere la proiezione mentale di Milano in un futuro non molto remoto – colpendo nel segno. Appassionante, divertente, a tratti di una lucidità da accapponare la pelle, insomma un romanzo da leggere tutto d’un fiato per immergersi completamente in uno dei sogni più claustrofobici in cui l’umanità si sia mai cullata: il sogno del progresso a tutti i costi, condito di palazzi che sfiorano le stelle, di futuristiche appendici metropolitane

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Recensioni atipiche: I cento progetti realizzati di Letizia M.

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Sono sempre stato un grande appassionato di fantascienza, dai sogni pedagogici alla Jules Verne, agli incubi visionari alla Vonnegut, ma la tipologia che, più di tutte, ha stimolato maggiormente la mia immaginazione è sempre stata quella particolare forma di distorsione immaginifica della realtà che altri chiamano Ucronia. Ed è proprio per questa mia passione che non ho potuto non apprezzare questo nuovo romanzo dell’esordiente Letizia M. che, pur nella concisione delle sue 130 pagine, grazie a una fantasia e un fervore immaginifico degno di un Arthur Clarke o di un Aldous Huxley, mette in scena la vita immaginifica di un sindaco di una città senza nome – ma che sappiamo essere la proiezione mentale di Milano in un futuro non molto remoto – colpendo nel segno. Appassionante, divertente, a tratti di una lucidità da accapponare la pelle, insomma un romanzo da leggere tutto d’un fiato per immergersi completamente in uno dei sogni più claustrofobici in cui l’umanità si sia mai cullata: il sogno del progresso a tutti i costi, condito di palazzi che sfiorano le stelle, di futuristiche appendici metropolitane sotterranee, un sogno che, grazie alla bravura di Letizia M., si materializza e fa emergere tutti i pericoli insiti nelle “meravigliose sorti e progressive”, un sogno, a tratti incubotico, da cui è catartico risvegliarsi con la certezza delle sua impossibilità. Recensioni atipiche: I cento progetti realizzati di Letizia M.