Il terremoto in Giappone e le biblioteche

Principalmente su Twitter e poi anche su altri social network bibliotecari e studenti giapponesi stanno postando foto delle biblioteche dissestate dopo il terremoto . Quelle che sono state raggiunte dallo tsunami sono andate perse completamente; quelle che hanno subito “solo” il terremoto necessitano di essere rimesse in ordine. Quando i libri saranno sistemati – com’è ovvio si procede per priorità – allora i libri (e le biblioteche) avranno da raccontare un’altra storia, oltre a quella che portano stampata sulle pagine. Quando vado in biblioteca non posso fare a meno di pensare alla storia dei libri ivi presenti: non tanto alla storia editoriale, ma al percorso che hanno fatto i libri per giungere in quello specifico scaffale di quella determinata biblioteca. Sui libri di alcune biblioteche, in terza di copertina c’è una scheda che segnala i nomi e le date del prestito: le leggo sempre e quasi mai conosco chi ha preso in prestito quel libro. Trovo, però, che sia qualcosa di tremendamente affascinante: quasi essere inseriti in una storia più grande e di cui si è, in qualche modo, tasselli. Risistemare i libri è un po’ come mettere a posto il mondo. Via | Il Post Il terremoto in Giappone e le biblioteche

I premi letterari influenzano le vostre scelte di lettura?

“L’Italia e’ un paese anomalo che ha il maggior numero di telefonini, suv e premi letterari del mondo. Ce ne sono troppi”. A dirlo è, in una bella intervista all’Adnkronos, Cinzia Tani, giornalista e scrittrice, autrice del saggio Premiopoli. Un indice ragionato dei premi letterari (Mondadori ed.). Tani ha commentato così la decisione di John Le Carrè di rifiutare il Booker Prize “anche se – ha aggiunto – solo chi e’ famoso e vende molti libri si puo’ permettere di rinunciare ai premi”. La ragione per cui in Italia uno scrittore non può permettersi di rifiutare un premio sta però, secondo Tani, nel fatto che nel nostro Paese è difficilissimo promuovere un libro. E quindi via

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I premi letterari influenzano le vostre scelte di lettura?

L’alienazione del lavoro secondo Georges Perec diventa un sito web

Sono tempi difficili, si sa. Tra la crisi economica che imperversa, la mancanza di lavoro e la diffusione massiccia e senza regole di stage e tirocini sottopagati, la situazione del mondo del lavoro di questo inizio anni Dieci è senz’altro lontana anni luce da quella in cui si barcamenavano, alla fine degli anni 60, i potenziali lettori-protagonisti di questo esperimento letterario del folletto Georges Perec , che ancora potevano pensare anche solo alla possibilità di chiedere un aumento al proprio capo. Ma paradossalmente, proprio ora che di aumenti non se ne parla più – che è già tanto se si parla di stipendi – l’incredibile corsa ad ostacoli che Perec mette nero su bianco nel suo “l’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento” torna attuale grazie al web (nonché grazie a qualche ristampa sparsa in tutta Europa) che ripropone il potenzialmente infinito schema logico che sta alla base del libro in un sito da percorrere , anch’esso senza fine. E ancora più del libro, che soffocava e stordiva per l’inarrestabilità del testo, senza un punto ne una virgola, questo sito, nella sua semplice monotonia, rischia di arrivare al centro della questione con molta più efficacia, mostrando con ancora più potenza ed evidenza, la cifra che, anche con l’evoluzione delle tecniche di produzione e di lavoro, sembra essere alla base del lavoro nella modernità: l’alienazione. Una cifra immutabile che accumuna quattro o cinque generazioni di lavoratori, da chi lavorava in catena di montaggio all’inizio del Novecento, magari alla Ford, a chi lavorava come impiegato dietro una scrivania negli anni 60, fino a chi lavora oggi, tra call center e precarietà. Via | ReadySteadyBook L’alienazione del lavoro secondo Georges Perec diventa un sito web

Eco non corre per lo Strega, vende già abbastanza

Passano le stagione e trascorrono gli anni, ma le buone abitudini non passano mai. E dunque eccoci ancora una volta agli inizi di aprile, periodo da sempre molto fervido nel panorama letterario italiano, non tanto per fiere, saloni e festival, quanto per la decisione della griglia dei partecipanti alla nuova edizione del premio Strega 2011 , un premio bizzarro e sempre in discussione. Non volendo entrare nel merito del valzer delle candidature, tra eccellenti penne, scribacchini e imperdibili e rivoluzionari scrittori emergenti, vorrei limitare il raggio di azione di questo piccolo post alle parole di Mario Andreose, direttore letterario Rcs, che per ufficializzare la non partecipazione di Umberto Eco al premio Strega di quest’anno ha saggiamente evitato ogni ingenuità dichiarando che il romanzo di Eco non ha certo bisogno di ulteriore pubblicità, visto che le vendite vanno a gonfie vele. Finalmente, dunque, tutti coloro che da anni si

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