Il grande coraggio del piccolo Babaji, di Helen Bannerman e Fred Marcellino

Il piccolo Babaji è proprio un bimbo fortunato. Vive con mamma – Mamaji e papà-Papaji, in India, a un passo dalla giungla…e proprio la giungla gli tocca attraversare, con i vestiti nuovi che gli hanno comprato mamma e papà. Calzoncini, maglietta, e delle belle scarpette. Ha anche un ombrello verde! Solo che nella giungla, purtroppo, probabilmente è l’ora di pranzo per le tigri: perchè ce ne sono ben cinque, e sembrano non aver altro da fare che impedire a Babaji di continuare il suo cammino. Hanno tutte un certo languorino, e Babaji sembra proprio il piatto ideale. Ma Babaji è più intelligente e coraggioso di quanto

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Libri di scorta per Natale: cosa avete sul comodino?

Si sa: quando si avvicinano le vacanze è normale, per noi lettori Doc , pensare con un certo gusto a quei fantastici ‘momenti morti’ in cui potremo approfittare per leggere quel mattone che ancora non avevamo fatto in tempo a iniziare, quel libro uscito tempo fa che ci siamo ricordati di comprare solo in questi giorni, e così via. E così, in pieno clima prenatalizio, pensiamo che bisogna proprio riempirlo, quello spazio vuoto sul comodino (specialmente se, come nel mio sfortunatissimo caso, siate colti da febbre, e quindi rischiate di passare allettati tutte le feste – escluse le ore passate ad abboffarsi a tavola, ovviamente). Allora cari miei: avete fatto scorte? Cosa vi tenete nel vostro cantuccio per

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– "Giustizia e Verità" di Domenico Caruso

Nella rubrica “LettereOnLine”: “Giustizia e Verità” di Domenico Caruso

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– "Giustizia e Verità" di Domenico Caruso

Palace of the end, di Judith Thompson

Un libro “brutale” per uscire un po’ dalla logica troppo melliflua e commerciale del Natale. La canadese Judith Thompson – docente di Teatro e Arte Drammatica presso l’Università di Guelph, in Ontario – in Palace of the End scrive tre monologhi che ruotano intorno all’Iraq. Tre monologhi con tre personaggi emblematici che, nelle loro storie particolari, si incontrano-scontrano con la grande Storia. Ne Le mie Piramidi è Lynndie England che racconta, lei, la soldatessa americana famosa per le foto in cui sevizia i prigionieri nel carcere di Abu Ghraib e, con i loro corpi, costruisce delle piramidi; il protagonista del monologo Harrowdown Hill è, invece, il timido scienziato David Kelly, che ha prima fornito le prove dell’esistenza di armi di distruzioni di massa in Iraq e poi ha dichiarato che era tutto un falso; ne Gli Strumenti della Bramosia , Nerjas Al Saffarh – nome che significa giunchiglia e indica un fiore – racconta la sua storia di attivista irachena torturata dalla polizia segreta di Saddam Hussein negli anni ‘70, e uccisa, poi, durante i bombardamenti americani nella prima guerra del Golfo. Tre storie che si confrontano con la Storia e invitano a riflettere di cosa sia capace l’essere umano, con la “passione” di cui sono capaci: La violenza è una componente costante nelle opere di Judith Thompson. In ogni caso la violenza che lei propone non è solo un sentimento negativo, ma è spesso usato come enfasi estrema di un’emozione. I suoi personaggi sono violentemente felici, violentemente crudeli, violentemente tristi, insomma, violentemente vivi. Molto accurata la traduzione di Raffaella Antonelli che, in una nota molto precisa, illustra quali sono state le difficoltà incontrate nel rendere il testo dall’originale in italiano. Molto curata l’edizione italiana della Neo , con le illustrazioni anche in II e III di copertina. Personalmente avrei preferito il testo inglese a fronte di quello italiano, in modo da poterli scorrere entrambi nella lettura e non alla …

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Palace of the end, di Judith Thompson