L’allegra apocalisse, di Arto Paasilinna

Asser Toropainen sul punto di morire fa chiamare il nipote, Eemeli, al quale lascia un’incredibile quantità di soldi e di terra nella foresta su cui costruire la sua ultima volontà: una chiesa. Strana richiesta, per un uomo definito come il «grande bruciachiese». Perché? chiede il nipote, «non sarà che sei un po’ fuori di testa?» Niente affatto, «Asser ne aveva commessi tanti» di peccati, ma ha vissuto abbastanza a lungo per capire dove si sta andando e che il mondo è sull’orlo del baratro. «Un monumento» così mente a Eemeli che da quel momento ha anche un lavoro cui dedicarsi, «tanto per cambiare». Insieme ad Asser, però, se ne va tutto un mondo, il nostro, quello che conosciamo, fatto di cose da consumare il prima possibile; ecco, quel mondo ha fatto il suo tempo, se ne va a rotoli. Eemeli diventa presidente della fondazione creata dal nonno e comincia a costruire il «monumento» ad Asser, che si ispira alla più grande chiesa mai vista in Finlandia. Le cose vanno per il meglio: gli operai lavorano bene e tutto fila liscio, fino a quando deve scontrarsi con la burocrazia che ostacola in tutti i modi la realizzazione delle volonta di quel «feroce comunista» di Asser. Ci riescono fin tanto che le cose rimangono nell’alveo della normalità, per così dire, ovvero finché si commina sull’orlo del baratro. Superato il quale, però, «indigenti e disoccupati si contano a …

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L’allegra apocalisse, di Arto Paasilinna

Magico Natale, Mr Pym!

Che bello! E’ quasi Natale e Mr Pym ha solo un’ultima missione da compiere: ma spedire la letterina a Babbo Natale no? Il problema è che certe giornate non te ne va una dritta, e fra mille contrattempi – come ad esempio una scimmietta del circo davvero troppo simpatica, che sta lì a farti pernacchie – a volte non si fa proprio in tempo a fare quello che bisogna fare. E così l’omino delle poste è già andato via. Mr Pym ci rimane proprio male, perchè quest’anno – proprio grazie alla sua passione per il circo – aveva richiesto un INDISPENSABILE kit da mago. E ora? Il rischio è che il buon Babbino non lo saprà mai. A volte quando hai troppi pensieri in testa la soluzione è cambiare aria. Farti un giro alle giostre, ad esempio. D’altronde se la giostra è anche fatata, basta scegliere il mezzo giusto, capace di portarti dove vuoi…Basta che il guardiano della giostra, il signor Gregorius, ti dia un aiutino ed è fatta: raggiungere Babbo Natale potrebbe non essere così impossibile! Solo che il viaggio per arrivarci è piuttosto lungo…Deliziose illustrazioni, una favola adatta anche ai più piccoli. Andrea Morucci Magico Natale, Mr Pym! Il gioco di leggere edizioni 11,90 euro Magico Natale, Mr Pym!

Skippy muore, di Paul Murray

L’afrore dell’adolescenza, refrattario a deodoranti e finestre aperte aleggia pesanete nell’aria che tintinna di bip bip, campanellini e loop di musica argentina mentre duecento cellulari, proibiti durante le lezioni, vengono accesi contemporaneamente con la stessa avidità con cui un sommozzatore si attacca alla scorta di ossigeno. Dalla sua nicchia, elevata a distanza di sicurezza, la madonna di gesso con la sua aureola di stelle e la carnagione rosa confetto osserva con una smorfia vezzosa il trionfo della mascolinità in pubere ai suoi piedi. E’ questa la tipica atmosfera da ricreazione al Seabrook college di Dublino, dove studiano il protagonista di Skippy muore, Daniel ‘Skippy’ Juster appunto, che vediamo morire nella prima pagina, in preda agli spasmi, durante una gara a chi mangia più ciambelle, da Ed’s, nel fast food vicino alla scuola. La gara era persa in partenza, comunque, perchè Skippy aveva davanti il suo migliore amico, il ciccione Ruprecht, che rappresenta “una pozione letale per la reputazione di ogni ragazzo che lo frequenti”. Agli amici di Skippy – una ragazzetto magrolino che però è un “campione” di nuoto – Ruprecht piace, e quindi finisce “che se vuoi essere amico di Skippy ti prendi anche Ruprecht, come un bambolotto omaggio che ti danno se fai il pieno all’autogrill, ma del peso di quasi mezzo quintale”. Dennis invece, non lo sopporta – certo, lui che “non si è impegnato in nulla con entusiasmo, con la sola eccezione di una campagna di grande successo l’estate scorsa, mirata a espungere la prima lettera nella parola ‘canale’ in ogni sua apparizione nella cintura urbana di Dublino”. Invece Ruprecht è convinto che prima o poi troverà il modo di dimostrare l’esistenza della quarta dimensione, per lui “affrontare un difficile quesito matematico è come abbandonarsi in un bel bagno caldo”, e non fa che progettare strani congegni, mentre la sua parete è tappezzata di mappe di…

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Skippy muore, di Paul Murray

Emily e le altre, di Gabriella Sica

È una lettura sapienziale e colma di passione che sgorga dal cuore quella che Gabriella Sica ci propone nel suo ultimo libro Emily e le Altre , pubblicato recentemente da Cooper. L’Emily a cui fa riferimento il titolo è la Dickinson . Le Altre sono Charlotte ed Emily Brontë, Elizabeth Barrett Browning , Elizabeth Bishop , Sylvia Plath , Margherita Guidacci, Cristina Campo, Nadia Campana e Amelia Rosselli . Il risultato è un libro intenso, oserei dire quasi religioso (togliendo a quest’aggettivo ogni connotazione confessionale), che permette di abbeverarsi alla poesia e alla sua declinazione attraverso la penna e i sentimenti di varie donne poete. Prima di tutto, Emily Dickinson che, per la Sica, “è la gigantesca antenata dei poeti che hanno abbracciato la poesia con la stessa esclusiva dedizione. Si cimentò in quell’impresa ardua, prima tra le prime, come la talpa che apre sentieri sottoterra per trovare la luce, una talpa cieca a cui qualcuno deve indicare che esiste il cielo. Solo scavando energicamente gallerie su gallerie la talpa è arrivata a scoprire la luce, il respiro di altre donne a lei somiglianti, madri o sorelle, donne che scrivono e che leggono, madri a cui si rivolge e figlie che a lei si riferiscono”. Poi, le Altre: “Altre con la maiuscola, come scriverebbe Emily e come scrive Emmanuel Levinas. È l’Altra che costituisce l’io di Emily, così come Emily aveva cercato l’Altra, ognuna debitrice dell’Altra, in un’apertura di volta in volta ripresa e allargata. Non è una flebile somiglianza …

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Emily e le altre, di Gabriella Sica