The book cover archive, ovvero: tutte le copertine del mondo

Proprio tutte no, ma questo progetto, nato per archiviare tutte le copertine del mondo, è destinato ad allargarsi. Il “ book cover archive ” è un progetto davvero ambizioso, utile a chi fa il grafico di professione e a chi, più semplicemente, è appassionato di libri . E c’è da divertirsi, ve l’assicuro. Innanzitutto si può riconsocere una tendenza della grafica del mondo anglosassone: sicuramente oltremanica (e oltreoceano, aggiungerei) giocano più con le font di quanto non facciamo noi. Spesso i caratteri sono disegnati, unici, diversamente da quelli, piuttosto standard, a cui ci ha abituato l’editoria italiana. Provate a dare un’occhiata a quelli di Safran Foer,

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The book cover archive, ovvero: tutte le copertine del mondo

The book cover archive, ovvero: tutte le copertine del mondo

Proprio tutte no, ma questo progetto, nato per archiviare tutte le copertine del mondo, è destinato ad allargarsi. Il “ book cover archive ” è un progetto davvero ambizioso, utile a chi fa il grafico di professione e a chi, più semplicemente, è appassionato di libri . E c’è da divertirsi, ve l’assicuro. Innanzitutto si può riconsocere una tendenza della grafica del mondo anglosassone: sicuramente oltremanica (e oltreoceano, aggiungerei) giocano più con le font di quanto non facciamo noi. Spesso i caratteri sono disegnati, unici, diversamente da quelli, piuttosto standard, a cui ci ha abituato l’editoria italiana. Provate a dare un’occhiata a quelli di Safran Foer, e in particolare alla copertina, splendida, di “Ogni cosa è illuminata” (la potete vedere qui ), o a quella della “Strada” di Cormac McCarthy ( qui ), ugualmente bella, se non fosse per lo strillo del “Times” stampato a caratteri cubitali in copertina… Avete notato quanti occhi e quanti volti femminili sono comparsi sulle copertine italiane da quando è uscito “La solitudine dei numeri primi”? Altrove, nel mondo, si ha l’impressione che ci sia più varietà, anche se a volte con risultati non proprio eccellenti. Chi è abituato alle belle

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Libri da leggere assolutamente: Quello che veramente ami, di Riccardo Arena

“Quello che veramente ami” di Riccardo Arena, giornalista del Foglio e di Panorama, è uno dei libri più belli che mi è capitato di leggere quest’anno. Un libro di cui mi è arrivata voce grazie a un bel passaparola di persone che sostengono che, quegli anni, se li ricordano esattamente come li descrive l’autore. Arena sceglie di ambientare la sua storia a Milano, durante gli anni di Piombo, quando è in atto una vera ‘guerra civile’ fra la giovane generazione di ventenni fascisti e comunisti, che girano con le P38 in tasca e fanno due volte il giro del palazzo prima di parcheggiare il motorino sotto casa, mentre Cossiga vieta le manifestazioni. Che sarebbe come dire impedire lo sbarco di Normandia mettendo dei cartelli di divieto sulle spiagge, …

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Scoperto a Buenos Aires un poema inedito di Borges

Era sepolto nel magazzino della biblioteca nazionale di Buenos Aires il poema giovanile di Jorge Luis Borges , appuntato sulla pagina di un libro del teologo Christian Walch. A ritrovarlo sono stati i ricercatori Laura Rosato e German Alvarez mentre visionavano i volumi che erano stati donati dallo stesso Borges, direttore della struttura per 18 anni, alla biblioteca. Libri mai catalogati che a detta dei due studiosi sarebbero invece molto preziosi perché pieni di annotazioni, appunti e progetti dello scrittore argentino. Il poema, datato 11 dicembre 1923, comincia così “ La esperanza/como un cuerpo de niña… ” e rivela, secondo la Rosato, un Borges molto giovane, “ più intimo e quasi erotico “. Ora gli studiosi di tutto il mondo si stanno mettendo in contatto con i fortunati ricercatori per saperne di più. Via | Ign Foto | Wikipedia Scoperto a Buenos Aires un poema inedito di Borges