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L’editore più giovane d’Italia ha 18 anni

Si chiama Francesco Giubilei, vive a Cesena e la sua casa editrice ha già lanciato un catalogo di 23 titoli in soli due anni. Tre le collane disponibili: narrativa, racconti brevi e viaggi. Il suo obiettivo, ha spiegato al Pisa Book Festival, è quello di pubblicare giovani autori senza chiedere contributi (il che è molto lodevole, nel nostro Paese). Andando a spulciare sul sito della casa editrice , noto ad esempio un romanzo di Francesca Mazzucato, Romanza di Zurigo, ma anche due gialli ambientati a Roma, di cui mi ripropongo di scrivere. Anche l’impostazione

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Gli italiani non leggono, ma il numero di imprese editoriali cresce

Allora: due sono le ipotesi. O il fatto che gli italiani siano un popolo poco ‘acculturato’ è un vuoto luogo comune che continuiamo a ripetere per inerzia, o è davvero così, e gli imprenditori dell’editoria stanno prendendo un gigantesco abbaglio. Visto che la seconda mi sembra improbabile, dati i business plan e le analisi di mercato che sempre precedono l’avvio di un’avventura economica, la notizia che sto per darvi appare confortante. Allora: rispetto al 2009, l’editoria libraria è in crescita (+2.3%). Il settore connesso alla produzione culturale sembra godere di buona salute, complessivamente. In aumento il numero trasmissioni radiofoniche (+71,4%), attività di programmazione e trasmissioni tv (+64,1%), editoria musicale (+10,5%), attività artistiche e di intrattenimento (+2,8%). I dati emergono da una elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese al II trimestre 2009 e 2010. La città più ‘creativa’ è Milano (ospita il 10% di tali attività), superando Roma (

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Passione copertine: un bel blog dedicato alla grafica editoriale

” Tascabili impreziositi da una copertina rigida dai bordi arrotondati, capace di veicolare la sensazione dell’effimera protezione del cartone grezzo”. Questa la descrizione delle copertine della mitica casa editrice Mattioli 1885, da parte di un ‘degustatore’ di grafica editoriale. Leggete che bella anche questa descrizione della copertina di “La notte in cui morirono gli autobus” (e/o): “Il blu pastello dello sfondo richiama alla mente una notte di sogni e di giochi dove piovono autobus anni sessanta. Le vetture sembrano giocattoli eppure mantengono qualcosa di inquietante che il tratto pastello non conforta”. Io, con la mia fissa per le copertine (in effetti l’elemento fondamentale per la buona vendita di un libro) mi ci sono appassionata. “Fra le case editrici che curano con più attenzione la materialità e l’aspetto del libro va sicuramente annoverata la Sellerio – mi dice l’autore, Giulio Passerini, specializzando in filologia moderna presso l’Università Cattolica di Milano – riescono a fare bei libri da sempre (alcuni poi bellissimi come ad esempio L’affaire Moro di Sciascia) ed è ammirevole la coerenza con cui hanno portato avanti il loro progetto editoriale in tutti questi anni. Fra gli editori più giovani invece? “I ragazzi delle edizioni :duepunti stanno facendo un lavoro meraviglioso, e, per quanto mi riguarda, non hanno sbagliato un libro. Belle pure le edizioni di Minimum fax che hanno rispolverato un gusto per l’illustrazione d’autore che forse da troppo tempo mancava alla nostra editoria. Copertine di editori italiani vs copertine editori europei: caratteri/impostazione specifici? “I libri italiani sono a livello grafico sicuramente tra i più belli in Europa. E’ un’impostazione culturale che affonda le radici nelle tradizioni più antiche della nostra penisola. A partire dal Cristianesimo (una delle grandi religioni del libro), passando per l&#…

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La pigrizia dei lettori italiani: un punto a sfavore delle piccole librerie

Il titolo si riferisce ai dati diffusi dall’Aie sulle abitudini di lettura degli italiani: crescono infatti gli acquisti nelle librerie (+2,5%) e in maniera superiore a questa media gli acquisti nelle grosse librerie di catena (+4,3%). Dati incoraggianti anche per la vendita on line (+13%). A risentire del calo generale del settore, che si attesta intorno al 4%, sono soprattutto le librerie a conduzione familiare (-2,2%). Perchè imputo alla pigrizia dei lettori la crisi delle piccole librerie? Dipende secondo me dalle responsabilità del lettore , di cui avevamo già parlato: noi italiani leggiamo poco e soprattutto leggiamo male. Ci buttiamo sui best seller e sui soliti noti. Magari scegliamo i libri direttamente dalla top ten dei più venduti sui portali online. Ci affidiamo alle ‘vetrine’ di librerie virtuali o reali. E’ forse una colpa? Non ha ognuno diritto di leggere, come direbbe Pennac, quello che gli

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