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Amnesia, di Jean-Christophe Grangé
Jean-Christophe Grangé è tornato da poco in libreria con Amnesia , come sempre uscito per Garzanti. Romanzo (thriller) fiume, si direbbe a giudicare dal numero di pagine (756). In realtà, è una storia godibile nella lettura, che ti aggancia sin dalle prime battute. La storia, per l’appunto, scorre su vari binari che, a un certo punto della loro vita, si incontrano. Nessuno dei protagonisti ha avuto una esistenza facile, sono tutte persone (o personalità) la cui vita (vera o inventata che sia) ha lasciato ferite profonde. Il punto di inzio è Bordeaux. Qui si è trasferito da non molto il dottor Mathias Freire, uno psichiatra, la cui unica ragione di vita è il proprio lavoro. Il dottor Freire presta servizio presso una clinica specializzata. Una notte arriva la chiamata della polizia che lo avverte di un nuovo arrivato. Si tratta di un tipo grande e grosso, con un cappello e stivali da cowboy, con una busta di plastica in mano, il colosso sembra essere affetto da amnesia. Peccato che sia stato trovato in stato di shock con una chiave inglese in mano sporca di sangue. L’uomo non parla. Non può. O quantomeno sembra che non possa. Mathias tuttavia riesce a instaurare un rapporto con il cowboy grazie all’ipnosi e questi inizia a raccontare delle cose che, purtroppo, sembrano essere plausibili. Mathias decide di aiutarlo a ritrovare se stesso. E non solo per questioni umanitarie, ma perché anche Mathias è tormentato dai suoi ricordi (non certo belli, e forse non sono neanche i suoi) e in qualche modo si rivede in quell’uomo (a parte la stazza, si capisce). Con ogni probabilità, pensa Mathias, l’amnesia…
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Amnesia, di Jean-Christophe Grangé
"Due racconti italiani" di Edgar Allan Poe
Non c’è Poe sul quale non valga la pena di gettarsi a capofitto, che si tratti di grandi classici osannati, o di piccoli racconti quasi sconosciuti ai più. E’ questo l’unico parametro che seguo quando entrano in gioco le scure atmosfere dello scrittore bostoniano, e, obbedendo ad una tale indicazione, non potevo che cadere nella “splendida trappola” tesa dalla pubblicazione di “Due racconti italiani” , ritornata attuale grazie alla versione della Giulio Perrone Editore. Non vedo come sarebbe potuto essere altrimenti, visto che i due “piccoli tesori noir” racchiusi nel libretto dalla sobria copertina arancione, sono ambientati in Italia. Un particolare che non fa altro che accrescere l’aspettativa, visto che, per di più, non sono a conoscenza di visite dirette di Poe nel nostro paese, informazione peraltro confermata dalla nota introduttiva di Pierluigi Vaglioni, e che i testi in questione sono quindi frutto di una fascinazione alimentata per anni, ma priva di contatto diretto. Ma qual’è il titolo di queste misteriose…
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"Due racconti italiani" di Edgar Allan Poe
I dannati non muoiono, di Jim Nisbet
Nel 1986 Bompiani pubblica I dannati non muoiono di Jim Nisbet, uno scrittore che scrive come si dovrebbe e di cui si è parlato troppo poco. Il libro, in buona parte rivisto dall’autore, ora viene riproposto da Fanucci, ma con un nuovo marchio: TimeCrime che – come si deduce dal nome – si dedica in modo esclusivo «ai lettori che amano il thriller in tutte le sue forme». Nisbet, con un certo senso dell’ironia, a suo modo rivisita il classico dei personaggi hard-boiled. Si chiama Martin Windrow: parecchio ferito (letteralmente ma anche nell’anima), belloccio, senza un soldo, sarcastico e, il massimo che è riuscito a fare dopo essere uscito dalla polizia, è arrangiarsi a fare l’investigatore privato per divorzi e separazioni. E, anche se beve molto, non ha il vizio delle sigarette. Ed è proprio per consegnare il documento di divorzio a un certo Herbert Trimble, che si imbatte in uno strano e sanguinosissimo omicidio. La vittima, una donna che abitava proprio nell’appartamento di fianco a Trimble, è stata massacrata. Trimble non è nel suo appartamento che a Martin appare pressoché normale, se non fosse per un foglio infilato nella macchina per scrivere, con su scritto: «Ho sempre voluto scuoiare una donna». Questo, naturalmente, basterebbe per fare di Trimble il sospettato numero uno. E in effetti…
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I dannati non muoiono, di Jim Nisbet