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A Firenze incontro con Dan Brown sul romanzo Inferno

A Firenze, nella Sala dei Gigli del Palazzo Vecchio, c’è stata oggi la prima presentazione europea di Inferno di Dan Brown . Si è trattato di un incontro con la stampa in cui lo stesso Dan Brown ha risposto alle molte domande che gli sono state poste. Noi di Booksblog eravamo presenti e vi raccontiamo un po’ quello che si è detto. L’incontro è stato introdotto da Antonio Riccardi direttore letterario della Mondadori che ha messo in evidenza alcuni aspetti dell’ultimo romanzo di Dan Brown che ha fatto sì che la Mondadori fosse una vera e propria bottega editoriale vecchia maniera, in collaborazione con altre case editrici in tutto il mondo (il libro è stato pubblicato in contemporanea Inghilterra, Stati Uniti d’America, Germania, Olanda, Brasile, Turchia, Francia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, Spagna e, naturalmente, Italia). Secondo Riccardi Inferno , macchina narrativa impressionante, ha il pregio di rinverdire il genere dell’avventura: l’opera, infatti, insieme agli altri libri di Dan Brown è un continuo andare alla ricerca di qualcosa di nuovo e di cercare di decrittare gli elementi che si incontrano lungo il cammino. Infine Inferno è un vero e proprio atto d’amore alla civiltà letteraria e artistica italiana. Su questo punto si è agganciato Dan Brown che ha ringraziato la cultura italiana perché ha prodotto capolavori come la Divina Commedia, l’opera che, dopo la Bibbia, ha dato il via a moltissimi libri. Dante, come la Monna Lisa (che domina Il Codice da Vinci ) sono icone culturali di un periodo e di una cultura che permeano il modo di pensare ancora oggi. Del resto pensare oggi all’Inferno come luogo di dannazione è imprescindibile dalla visione dantesca. Dan Brown ha sottolineato come Firenze non sia solo una quinta alla storia narrata in Inferno, ma è un vero e proprio personaggio che rende più viva la narrazione. È stato lasciato ampio spazio alle domande dei presenti in sala (eravamo circa un centinaio di persone). Nel rispondere alle domande, Dan Brown ha squarciato un po’ il…

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Oggi esce Joyland, l’ultimo attesissimo romanzo di Stephen King

Esce oggi in Italia per Sperling & Kupfer l’ultimo romanzo dell’autore cult Stephen King, a sopresa il re del brivido decide di non pubblicare in formato digitale. Esce oggi in contemporanea in Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e Italia; è Joyland, l’ultimo attesissimo romanzo dell’autore cult Stephen King (edito da Sperlinkg & Kupfer, 19,90 euro); ma non correte a scaricarlo per il vostro e-reader, perchè lo scrittore di Portland ha scelto di non pubblicarlo in formato digitale. Da sempre fan dichiarato del genere paperback , King vuole mantenere un’aura di classicità rispetto a questo libro, che secondo lui va letto rigorosamente su carta; viene subito da pensare alla trovata pubblicitaria, in un momento in cui le vendite del digitale orientano le sorti di editori e scrittori. Vero è che King non ha bisogno di ulteriori reclame. E all’origine di questa scelta forse risiede il fatto che l’autore è un grande fan della lettura vecchio stile, lo si vede nell’edizione americana del libro, che ha una copertina in puro stile pulp. Ma di cosa parla Joyland? Di un luna park; giusto per riagganciare le fantasie e le paure del lettore ad antichi terrori provocati da clown e affini. Anche l’ambientazione nel tempo è vintage: è l’estate 1973, un ragazzo trova il lavoro estivo nel luna-park di una cittadina del Nord Carolina; un luogo di divertimento che però ovviamente cela dei brutti pregressi. La minaccia incombe e il protagonista si trova presto impegnato a cercare di risolvere il mistero per proteggere la donna di cui si è innamorato. Un racconto che, come afferma lo stesso king in in questa intervista , si discosta parecchio dal suo

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Oggi esce Joyland, l’ultimo attesissimo romanzo di Stephen King

Una ragione per morire, Lee Child

È affascinante come un autore inglese, nel caso specifico Lee Child – che si è trasferito negli Usa anni fa –, racconti così bene una parte di quell’America violenta, ignorante, provinciale e gonfia di ingiustizie. Lee Chil vi contrappone un protagonista che – è arrivato al quindicesimo appuntamento con quest’ultimo libro Una ragione per morire (Longanesi), senza contare il film con Tom Cruise – è ormai popolarissimo: Jack Reacher. Spavaldo. Grosso. Fisicamente devastante. Ex militare addestrato fino al midollo. Ma soprattutto insofferente alle ingiustizie. Qualunque esse siano. Inoltre, Jack è un tipo solitario e per di più senza fissa dimora. In uno dei suoi vagabondaggi decide di fare una capatina in Nebraska, zona rurale nel cuore dell’America, «un’area senza legge» lo ha definito lo stesso Lee Child, fatta di paesaggi che guardano a nord e scarsamente popolata. E quel poco di popolazione che c’è non sembra affatto incline ad accogliere uno straniero in casa. Specie se questo straniero non si fa gli affari suoi. Certo, se Jack potesse scegliere, con ogni probabilità sceglierebbe di restarsene in pace. Ma così non è. Tutto comincia allorché Jack arriva nell’unico motel della zona. si ferma al bar. Il telefona squilla. Una donna vuole il dottore che se ne sta lì, solo, a ubriacarsi e non vuole saperne di fare il suo lavoro. Il …

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La famiglia Karnowski, di I. J. Singer

«Dedico queste pagine alla memoria del mio defunto fratello, I. J. Singer, autore dei Fratelli Ashkenazi. Egli era per me non soltanto il fratello maggiore, ma anche un padre spirituale e veramente un maestro di vita. Io guardo a lui come a un modello di grande spiritualità e di probità letteraria». Chi è che parla è Isaac B. Singer – queste parole si trovano nei ringraziamenti del suo capolavoro La famiglia Moskat – fratello minore di Israel, ma anche più famoso al punto da averne oscurato la presenza nel panorama letterario. Certo, con ogni probabilità basterebbero quelle poche righe per fare di Israel (di chiunque) un grande scrittore del Novecento. La conferma, invece, arriva da un libro e, be’, scrivere capolavori deve essere un vizio della famiglia Singer. Il termine “famiglia” è ancora una volta parola chiave e tema centrale nel libro di Israel, scritto negli anni Quaranta e pubblicato ora in Italia da Adelphi: La famiglia Karnowski . A rigor di termini, si tratta di un’epopea. Inizia con David, gran lavoratore e studioso, che si trova in contrasto con il codinismo dell’ebraismo polacco in cui è nato e decide di andarsene nella più liberale Berlino dove avrà ottimo successo. Non avrà altrettanto successo con il figlio Georg: uno scavezzacollo che non vuole saperne di percorrere le profonde orme del padre, ha poca voglia di studiare e meno di lavorare. Diversamente da David, Georg ha una colossale confusione in testa: sulle sue origini religiose, culturali…

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