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Buon San Valentino con una poesia di Wisława Szymborska

Alle amiche e agli amici di Booksblog mille auguri di buona festa degli innamorati . Bene o male tutti siamo stati innamorati una volta. E se oggi festeggiamo il patrono di coloro che si amano, possiamo anche allargare lo sguardo e dire che noi siamo perennemente innamorati, dei libri e della lettura almeno! I nostri auguri si traformano in poesia con i versi di Wisława Szymborska , Premio Nobel per la letteratura che ci lasciava poco più di un anno fa. Amore a prima vista Sono entrambi convinti che un sentimento improvviso li unì. È bella una tale certezza ma l’incertezza è più bella. Non conoscendosi, credono che non sia mai successo nulla fra loro. Ma che ne pensno le strade, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi? Vorrei chiedere loro se non ricordano un volta un faccia a faccia in qualche porta girevole? uno “scusi” nella ressa? un “ha sbagliato numero” nella cornetta? – ma conosco la risposta. No, non ricordano. Li stupirebbe molto sapere che già da parecchio tempo il caso giocava con loro. Non ancora pronto del tutto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava, li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando una risata con un salto si scansava. Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o lo scorso martedì una fogliolina volò via da una spalla a un’altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Chissà, forse già la palla tra i cespugli dell’infanzia? Vi furono maniglie e campanelli su cui anzitempo un tocco si posava su un tocco. Valigie accostate nel

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Sylvia Plath, la biografia scritta da Linda Wagner-Martin

Sylvia Plath , scrittrice e poetessa di Boston, moriva l’11 febbraio 1963 a Londra. Si suicidò mettendo la testa nel forno a gas della cucina, anche se stando ad alcuni critici non era sua intenzione togliersi la vita, quanto piuttosto voler chiedere aiuto. Sylvia Plath è ritenuta una delle poetesse americane più importanti di tutto il Novecento e anche il suo unico romanzo – La campana di vetro – è considerato un classico della moderna narrativa. Per conoscere meglio la vita e l’opera di questa grande scrittrice, Castelvecchi ha mandato in libreria una bellissima biografia, scritta da Linda Wagner-Martin , che già abbiamo avuto modo di apprezzare per l’accurata biografia di Ernest Hemingway . L’approccio della Wagner-Martin, docente di inglese e di letteratura comparata all’Università della North Carolina, è interessante perché pone al centro della biografia di Sylvia Plath la sua passione per la scrittura. Non è certo un caso che la prima parte dello studio sia incentrato sulla vita da scrittrice della poetessa, mentre la seconda parte affronti i temi peculiari dell’opera di Sylvia Plath. Scrive Linda Wagner-Martin: Sylvia Plath si è esercitata per tutta la vita nella sua arte. Leggeva molto perché, come spesso accade alle persone che ne vivono, amava le parole e la loro armonia. Ma prima ancora di invecchiare, la Plath aveva già imparato a intrecciare quelle parole per se stessa. La sua prima, breve poesia, fu pubblicata quando aveva solo otto anni. Da quel momento, lavorò sempre diligentemente – quasi voracemente – per capire che cosa…

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Come vedono il Carnevale i poeti. Tre poesie di Rodari, Goldoni e D’Annunzio

Io cerco di resistere alla tentazione di cercare poesie e libri che richiamano determinati periodi di festività o ricorrenze, ma non ci riesco. Così, per Carnevale (ma sarà forse che sono troppo vicina al carnevale di Putignano), oltre rileggermi Il Castello dei Destini incrociati , ho scovato tre poesie che mi piacciono davvero molto e che rappresentano bene i tre autori. La prima è di Gianni Rodari (ca va sans dire), che come sempre sa metterci il suo magico tocco e rendere bello ed affascinante ogni evento, musicale, allegra, perfetta stilisticamente la sua poesia. La seconda è di Gabriele d’Annunzio e devo confessare che non mi aspettavo di trovare una poesia del burbero autore proprio su questa festività dello scherzo…ma leggendola ho ben capito perché ci si è cimentato: alla fine il Carnevale vien sepolto. La terza è di Carlo Goldoni , che non perde il vizio di ironizzare sulle coppie e sulle scappatelle (di Carnevale) che si fanno, in quanto quando è festa ognuno fa quel che gli pare. Dopo il salto eccole per voi. E buon Carnevale a tutti. …

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Come un fucile carico, la biografia di Emily Dickinson

Come un fucile carico – La vita di Emily Dickinson (Fazi Editore) è il libro consigliato a chi si diletta di biografie -e ispirazioni- legate al mondo delle eroine letterarie, in questo caso, la poetessa e autrice ottocentesca Emily Dickinson; dice Nadia Fusini nella sua bella prefazione: La biografia di un poeta è come la biografia di un santo: vogliamo capire come il santo o il poeta giungano a compiere i loro diversi miracoli.” e ancora: “…c’è un che di esplosivo nella materia poetica di Emily, perchè c’è un che di esplosivo nella sua esistenza quotidiana…” Una quotidianità avvincente che il libro dipinge attraverso gli schemi relazionali delle persone che orbitano intorno alla Disckinson, i parenti e gli elementi esterni alla sua importante famiglia e i loro complicati rapporti. In un’atmosfera emotiva non certo distesa. Emily, nata nel Massachusetts nel 1930, affina e coltiva le sue amicizie grazie allo strumento appuntito ed efficace della corrispondenza epistolare , e un suo tratto caratteriale molto specifico è quello di avvicinarsi a donne a cui far cadere la maschera, per farle talvolta evolvere in creature più risolte. L’autrice Lyndall Gordon , è un’acclamata biografa che ha già al suo attivo lavori importanti su Virginia Woolf, Charlotte Bronte e Thomas Eliot. Per descrivere e ricostruire i fatti salienti (in primis la vicenda del fratello Austin e del suo amore clandestino per Mabel) Gordon ha attinto a documenti e testimonianze inedite; su tutto, il mistero è la base di questa biografia. Come mai Emily visse in una sorta di reclusione? Mai l’autrice, si allontanò dalla casa paterna. Sul Guardian ipotizzano che la sua fosse una forma di controllo, sul Telegraph riportano la sua abitudine di vestire sempre e solo di bianco (si muoveva per casa “ come uno spirito gentile “)e del fatto che si prestasse a parlare con solo alcuni selezionati visitatori. Forse tutto dipese da un cuore spezzato, forse la fonte di tanta paura erano degli attacchi di epilessia; di certo questo suo …

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