Tag Archives: poesia

Giovanni Pascoli nel centenario della morte

Cent’anni fa, il 6 aprile 1912, moriva a Bologna Giovanni Pascoli , il primo grande poeta italiano contemporaneo. Aveva cinquantasette anni. Come si è soliti dire, Giovanni Pascoli o si ama o si odia, non ci sono mezze misure. Del resto, bisogna ammetterlo, il suo modo di vedere la realtà, con la valorizzazione del particolare e del quotidiano, si scontra con un certo tipo di insegnamento scolastico che, facendo imparare a memoria le sue poesie, le trasforma in una sorta di stucchevoli filastrocche per lo più noiose e, per molti, senza senso. Di Giovanni Pascoli ebbe a scrivere il critico letterario Cesare Garboli: Entrare nell’orizzonte pascoliano, senza esserne complici, è un’esperienza simile a una tortura; ma, una volta entrati, fatto il primo passo, chiudere l’argomento e tagliare la corda è impossibile: le viscere pascoliane non hanno fine, perché non hanno forma. Per provare a essere un po’ complici del Pascoli, e per celebrare il “poeta vate” nel centenario della morte, vi riportiamo una sua poesia: Ultimo sogno , che chiude la raccolta Myricae . Da un immoto fragor di carrïaggi ferrei, moventi verso l’infinito tra schiocchi acuti e fremiti

Leggi oltre nell’articolo originale:
Giovanni Pascoli nel centenario della morte

L’apprendista stregone, di Mario Quintana

Se morissi domani, lascerei solo, solo Un carillon Una bussola Una mappa illustrata Delle poesie colme della bellezza unica Di essere incomplete Il mistero è un angelo “di Pietra che è sempre immobile dietro ogni cosa / Nel centro delle sale da ballo, tra il fragole delle battaglie, nei comizi pubblici di piazza – /Nei cui occhi senza pupille, bianchi e immobili/Nulla del mondo si riflette” (Jazz). Trovo che sia questo il paesaggio nascosto dietro i versi de L’apprendista stregone , quinto libro del brasiliano Mario de Quintana che, pubblicato nel 1950 da Fronteira de Porto Alegre, già allora pur nelle sue contenute dimensioni ebbe grande risonanza in ambito letterario, come ci informa Natale Fioretto nella prefazione, spiegandoci anche il senso del titolo. “Nell’antica Persia” infatti, “il mago, per la straordinaria inventività del suo ingegno visionario era considerato in grado di “amplificare” la realtà, di trasformarla e, infine, di purificarla”, come a modo suo fa il poeta. Il mio consiglio è di leggere questa raccolta, in prima lettura, d’un fiato, e poi di snocciolare lentamente, con salti fra le pagine, le frasi rimaste impigliate nella mente durante la prima “traversata” di questi versi. Per quanto mi riguarda, è stato come avere fra le mani l’esplosione di un microuniverso, e poi tornare sulle sue tracce per ricostruirne i frammenti e ricostruirlo a modo mio. Per …

Fonte originale:
L’apprendista stregone, di Mario Quintana

Giornata mondiale della poesia 2012: tra L’Aquila, la Shoah e Alda Merini

Si celebra oggi la Giornata Mondiale della Poesia, istituita dall’UNESCO nel 1999. La poesia non è morta, anche se per alcuni può essere noiosa; non è morta anche se in molti scrivono poesie (a loro dire) ma poeti non sono. E che non sia morta lo testimoniano due eventi legati all’odierna giornata. Da un lato abbiamo la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO che ha scelto di celebrare la Giornata a L’Aquila, “eleggendola quale sede della Giornata Mondiale della Poesia per dare luce a questa città distrutta che, con il terremoto del 6 aprile del 2009, ha visto sbriciolarsi le proprie splendide architetture e le sue ricchezze artistiche e culturali”. Dall’altro lato abbiamo l’annuncio che a Torino verrà realizzato il Memoriale dedicato “ai poeti assassinati nei campi di sterminio nazisti, durante la Shoah”. Grazie all’associazione onlus Nessun uomo è un isola e al Gruppo EveryOne verranno ricordati poeti come Benjamin Fondane, Itzhak Katzenelson, Gertrud Kolmar, Max Jacob, “i cui versi – scritti poco prima della deportazione o in alcuni casi addirittura nei ghetti e nei lager – hanno consegnato all’umanità, attraverso l’arte e il martirio, la memoria di milioni di vittime dell’odio razziale”. La poesia non è morta e la Giornata Mondiale della Poesia ce lo ricorda. E visto che parliamo di poesia e di vita che nasce dalla poesia, non possiamo non ricordare Alda Merini che nacque il 21 marzo del 1931, come lei stessa ricorda nella poesia Sono nata il 21 a primavera . Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenar tempesta. Così Proserpina lieve

Leggi oltre nell’articolo originale:
Giornata mondiale della poesia 2012: tra L’Aquila, la Shoah e Alda Merini

Una lirica e alcuni suggerimenti per la Giornata Mondiale della Poesia

Nella giornata mondiale della poesia 2012 , ci è venuta in mente una “lirica antica”, un insieme di versi che sembra venir fuori da uno dei quaderni della scuola elementare, di quelli nei quali, in maniera più o meno diligente, si attaccavano con la colla stick i testi ricevuti dalla maestra d’italiano. Pezzi di carta che saltano ancora fuori, quando si mette mano ai ricordi. Souvenir di un tempo che fu, di un epoca di ricreazioni e di lavoretti nella quale Giovanni Pascoli regnava sovrano ed i libri erano un po’ più pesanti. Il libro Sopra il leggìo di quercia è nell’altana, aperto, il libro. Quella quercia ancora esercitata dalla tramontana viveva nella sua selva sonora; e quel libro era antico. Eccolo: aperto, sembra che ascolti il tarlo che lavora. E sembra ch’uno (donde mai? non, certo, dal tremulo uscio, cui tentenna il vento delle montagne e il vento del deserto, sorti d’un

Leggi questo articolo:
Una lirica e alcuni suggerimenti per la Giornata Mondiale della Poesia