Tag Archives: romanzo di formazione

L’ultimo inverno, di Paul Harding

Mentre moriva, George Crosby ricordò molte cose, ma in un ordine che non riusciva a controllare. Rivedere la sua vita e stilarne l’inventario, come immaginava che chiunque facesse nei suoi ultimi giorni, voleva dire trovarsi di fronte una massa in continuo movimento, le tessere di un mosaico che ruotava e si riconfigurava di continuo in fasce di colore sempre riconoscibili, elementi familiari, unità molecolari, correnti intime ma al contempo svincolate dalla sua volontà, pronte a mostrargli un’identità differente ogni volta che tentava di mettere un punto fermo Un libro scritto meravigliosamente, vincitore – a sorpresa – del Pulitzer 2010, questo “L’ultimo inverno” di Paul Harding. Il libro, mi fa piacere sottolinearlo, era stato pubblicato da una piccola casa editrice indipendente, in America, …

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Dizionario affettivo della lingua ebraica, di Bruno Osimo

“Dire “lingua” è un’astrazione. Le lingue non esistono in senso stretto. Esistono linguaculture, di cui le lingue sono la superficie verbale”, scrive Bruno Osimo, di mestiere traduttore, e autore di questo Dizionario affettivo della lingua ebraica edito da Marcos y Marcos. Un romanzo di formazione filtrato da una saporita ironia yiddish, e diluito in lemmi di un “dizionario affettivo” in cui l’autore traduce i personalissimi significati che hanno determinate parole. La maggior parte delle quali sono mediate dal senso materno del mondo. Si tratta della lingua “mammese” che Bruno inizia a parlare nei primi anni della sua vita, salvo poi rimanere traumatizzato dallo scoprire che il mondo attribuisce tutt’altro senso alle cose rispetto a quello dato loro dalla madre. Il “mammese”, altrimenti detto “tampònico”, è infatti quella lingua che descrive la realtà “come apparirebbe se non facesse paura. Se non mettesse in imbarazzo. Se non facesse provare dei sentimenti. …

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Chiedi scusa! Chiedi scusa! di Elizabeth Kelly

Si ride e si sorride, si piange e ci si affeziona seguendo la formazione di Collie Flanagan, personaggio riuscitissimo di Chiedi scusa! Chiedi scusa! di Elizabeth Kelly, appena uscito per i tipi di Adelphi. Nonostante la famigerata famiglia Flanagan viva nell’agio e, soprattutto, «nell’isola di Martha’s Vineyard, in una grande casa chiassosa […] ma potevamo permettercelo. Mia madre era ricca, e i soldi di suo padre piovevano dal cielo come coriandoli», non è certo una passeggiata per Collie rimanere se stesso di fronte a una famiglia così profondamente caratterizzata. Un padre confinato nel soggiorno della casa immensa, «forte bevitore, donnaiolo, irlandese di professione, papà era un randagio dal pedegree misto» e che ha sposato la madre apparentemente per una scommessa persa dopo una notte di baldoria. Una madre che per qualche motivo, da ricercare nel rapporto dei e con i suoi genitori, odia il padre – detto Il Falco –, e vorrebbe tanto complicargli la vita colpendo e indebolendo la sua immagine: con i soldi che mensilmente questi gli passa, oltre a mantenere il marito nullafacente, la casa, i numerosi cani e lo zio Tom (fratello del marito e, a tutti gli effetti, il governante della casa), finanzia tutta una serie di iniziative politiche, ovviamente collocabili nell’estrema sinistra, e rivoluzionarie. Tuttavia, nonostante «la loro vivacità compulsiva, i miei sembravano due contabili in affari quando si trattava di manifestare il loro affetto in pubblico». In casa, invece, sono pieni di attenzioni, specie nei confronti del fratello minore di Collie, Bingo, un ragazzino con «una vitalità esagerata, sembrava un personaggio uscito dalla fantasia di Walt Disney». L’unico che sembra capire sul serio Collie, è il ricco e potente Falco: «Peregrine Lowell, mio nonno, era presidente e proprietario della Tought-Fox Inc. Pezzo grosso del Partito democratico, possedeva centinaia di giornali e riviste in decine di Paesi, comprese alcune tra le più autorevoli testate mondiali. Aggressivo e spietato, ambiva al controllo assoluto sulla linea editoriale, controllava personalmente ogni articolo, e considerava persino le più insignificanti pubblicazioni locali il suo pulpito personale». Purtroppo per Collie, è…

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