Tag Archives: romanzo di formazione

Festa del papà con Bernard Moitessier

È la festa del papà 2013 e la mia letterina di quest’anno ha la forma di un post che rende onore ad uno degli scrittori preferiti di mio padre: il navigatore francese Bernard Moitessier . Uomo di milleuno avventure, sospeso tra l’Indocina e la California, il Vietnam e la Francia, spirito marino che ha attraversato gli oceani del mondo in lungo e in largo, per scandagliare ogni centimetro di vita e catturarne il frizzante palpitare. Moitessier è condensato in ogni singola parola dei suoi libri, testi dei quali ho imparato a memoria le copertine perennemente adagiate tra qualche numero di Bolina, sul tavolo del quadrato di Calù, la nostra ultima barca a vela e poi sul comodino paterno, prima ancora di cominciare ad aprirle…

Leggi e segui:
Festa del papà con Bernard Moitessier

Le difettose, di Eleonora Mazzoni

Per me, maschietto senza figli, leggere il romanzo Le difettose di Eleonora Mazzoni è stata una bella esperienza. Il libro, infatti, racconta la storia di una donna, Carla, che ce la mette tutta per avere un figlio e, alle soglie dei quarant’anni, continua a sperare di poter diventare madre affidandosi agli ultimi ritrovati della scienza in questo campo. Racconta di tutto un mondo a me poco noto, fatto di paure, di attese, di speranze, di invidie, di messaggi in codice. Di paure , anche “banali” a volte, come per esempio la domanda che si pone la protagonista: Come diavolo fanno tre embrioni appena introdotti nella vagina a rimanere dentro e a non scendere? È un mistero, come un aereo che vola. Tonnellate di metallo, carburante e carne umana che stanno sospesi lassù nel cielo. Quella della caduta degli embrioni è una paura di tutte noi fivettare. Licia ha addirittura il terrore di perderli starnutendo. Katia facendo la pipì. Di speranze e di invidie , come leggiamo in un altro passaggio: Mentre vago per i negozi in attesa del risultato, un piccolo barlume di speranza sta ancora acquattato in silenzio dentro di me. Caterina Sforza, signora della mia Romagna, a chi minacciò di ucciderle i figli, sollevandosi le gonne e indicando il pube, rispose: “Ammazzateli, se volete. Ho con me lo stampo per farne quanti ne voglio”. Cosa darei per avere un milionesimo della sua spavalderia e della sua fecondità. Di messaggi in codice : Per noi fivettare le mestruazioni sono le “rosse” o le “malefiche” o le “maledette”, i ginecologi…

Vedi il contenuto originale:
Le difettose, di Eleonora Mazzoni

Un inglese a Parigi: Hugo riceve Dickens

Se si lascia da parte la “consueta inimicizia” che sembra legare i “cittadini della Corona” e quelli “della République”, non si può fare a meno di mettere in evidenza alcuni “scambi fondamentali”. La testimonianza di uno di questi si chiama “Hugo riceve Dickens” ovvero un inglese a Parigi, ed è visitabile fino al 13 maggio, presso la Maison de Victor Hugo , situata nel quadrilatero di place des Vosges . Si tratta di un esplorazione di alcuni nodi comuni, condotta attraverso materiali d’epoca. Caricature, manifesti e giornali, che permettono di farsi un’idea “delle peregrinazioni dickensiane” nella Ville Lumière , tra teatri, incontri mondani, prigioni e obitori, ma anche foto di Julia Margaret Cameron e Edmond Bacot sulla condizione dell’infanzia descritta da entrambe “le penne”. La manifestazione, inserita nella cornice del bicentenario della nascita di Charles Dickens, parte proprio dagli incontri tra i due scrittori, tramandateci come avvenimenti quasi leggendari. E’ l’inglese a recarsi per primo da Hugo, in una fredda domenica parigina del gennaio 1847, ma le traduzioni e la fama dei suoi romanzi lo hanno preceduto. In una lettera poco posteriore, indirizzata alla Contessa di Blessington centellinerà un elogiativo commento nei confronti “dell’epigono d’oltremanica”: Hugo mi ha colpito profondamente, ha l’aria di quel genio, che sicuramente è, ed è

Leggi l’articolo originale:
Un inglese a Parigi: Hugo riceve Dickens

L’Estate è già finita, di Massimiliano Varrese e Francesco Serino

La prima volta di Massimiliano Varrese come scrittore è insieme a Francesco Serino in un romanzo di formazione edito per i tipi di Sonda dal titolo L’estate è già finita . Un romanzo ambientato nella Grosseto degli anni Ottanta, con un’Italia che non c’è più, con la lira al posto dell’euro e, soprattutto, con i problemi di una quotidianità che viene affrontata insieme all’amicizia. Il romanzo trova il suo inizio in una serie di domande del primo capitolo: Ma io, per me? Chi sono davvero? Dove sto andando? Cosa voglio dalla mia vita? Vorrei addirittura cambiare nome! Così sarebbe più facile ricominciare… Mi sento a un bivio e non so decidere. Mi sento come quel giorno, davanti a quel campo di girasoli, noi due fermi, l’uno di fianco all’altro, e una sola domanda in testa: – Checco, ma la mia vita è così com’è, nel senso che è già scritta, o siamo noi che la disegniamo? Che decidiamo il nostro destino? Così in una narrazione che ha molto del flusso di coscienza, leggiamo della crescita di Massa e Checco, del loro …

Fonte originale:
L’Estate è già finita, di Massimiliano Varrese e Francesco Serino