Accorgimenti, di Piergiorgio Viti

Non è facile, al giorno d’oggi, trovare un buon libro di poesia contemporanea. In molti, troppi, si definiscono poeti e lasciano correre le parole, come se l’ispirazione poetica fosse una padella che ti cade in testa all’improvviso. Rari – e per questo preziosi – sono invece quegli autori che cesellano il linguaggio, addomesticano le parole e producono dei bei testi poetici. Uno di questi è Piergiorgio Viti, abruzzese, che ha da poco pubblicato la raccolta Accorgimenti per i tipi de L’Arcolaio . Con gesti prudenti recuperi il vasellame, lo zucchero, destreggi tazzine scontente. L’estate ancora si attarda. L’affanno nascosto tra bionde frange è un sonno che addestri con i sonniferi. Sospiri. Immagini cose sottratte, stagioni non pervenute e intanto resti impigliata con lo sguardo sulle tenaci vetrate. Le poesie di Viti spaziano da luoghi a persone a situazioni a eventi. Ma, come afferma l’autore stesso, non parlano d’amore dal momento che “è uno dei misteri più profondi dell’uomo […] e si presta a una retorica che non approvo”. La poesia, continua Piergiorgio Viti, è “stupore, accorgimento”. Stupore che nasce dall’ascolto e che presuppone un dialogo: ecco, quindi, la ragione ultima di queste poesie: una sorta di dialogo (con se

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Accorgimenti, di Piergiorgio Viti

Generazione TQ, l’ennesima etichetta o la rinascita della classe intellettuale?

Migliaia di fantasmi si aggirano per l’Italia, sono i fantasmi di una generazione di intellettuali che si è perduta ed ora, cercando di ritrovarsi, si è ribattezzata Generazione TQ. Il certificato di nascita di questa nuova ennesima etichetta generazionale è stato un incontro, svoltosi a Roma il 29 aprile scorso nella sede della casa editrice Laterza, a cui hanno partecipato decine di scrittori, critici, giornalisti, editor. A discutere sul Che fare?, sul come intervenire con decisione per invertire la rotta senza rotta su cui il nostro paese, a livello culturale e non solo, sta viaggiando da troppo tempo, c’era un variegato esercito di intellettuali, da Giorgio Vasta a Nicola Lagioia, da Gilda Policastro ad Antonio Scurati, da Giuseppe Antonelli a Christian Raimo, da Andrea Cortellessa, a Mario Desiati, Alessandro Grazioli, Federica Manzon, e molti altri. Di carne al fuoco ne è stata buttata molta, e nonostante qualcuno si accontenti di vedere il bicchiere mezzo pieno e, con un velo di ottimismo, per esempio Stefano Salis sul sole24ore, di affermare che «Tutto questo è già una (buona) notizia», in realtà, alla fine, non lo è. Sì, perché a guardarlo lucidamente, questo esercito di Trenta-quarantenni assomiglia più a una sgangherata avanguardia che si trova a giocare con i mulini a vento invece che ad aprire la strada per una battaglia più grande. Perché è questo che dovrebbero fare, smettere di lamentarsi e agire. Invece di discutere di niente, invece di ripetersi ancora una volta, e reciprocamente, la propria delirante autoanamnesi, invece di “cercare di vedere se sono capaci”, invece di cercare di conquistare spazi televisivi baricchiani estinti da quasi vent’anni, invece di perdere tempo, insomma, dovrebbero svegliarsi. Perché di loro c’è un…

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Votiamo il Premio Strega più bello degli ultimi dieci anni

Sessantacinquesima edizione per il premio Strega. Scorrendo i nomi dei premiati dall’inizio ad oggi (il primo fu Ennio Flaiano con Tempo di uccidere , nel 1947) tanti sono i romanzi che ho molto amato, a partire dalla mia post adolescenza ad oggi. C’è il Sillabario n.2 di Parise (1982) un vero alfabeto di sentimenti raccolti voce per voce, in forma di racconto. C’è (uno dei miei preferiti) La bella estate di Pavese (1950) e La ragazza di Bube (1960) di Cassola così come Lessico famigliare di Natalia Ginzburg (1963). Consiglio la lettura – per chi non lo conoscesse – dello splendido Rinascimento privato , della stessa fondatrice del premio, Maria Bellonci (1986) così come dell’ introspettivo Passaggio in ombra di Maria Teresa di Lascia (1995). Dal 2000 ad oggi, qual stato secondo voi il libro più bello “incoronato” dal Premio? Votate, e soprattutto (nello spazio per i commenti) spiegateci perchè! Votiamo il Premio Strega più bello degli ultimi dieci anni

La marchesa, la villa e il cavaliere, di Luca Telese

Diceva bene il Qoelet: “Non c’è nulla di nuovo sotto il sole”. È questo quello che viene in mente nel leggere l’ultimo libro di Luca Telese dal titolo La marchesa, la villa e il cavaliere. Una storia di sesso e potere da Arcore ad hardcore , pubblicato da Aliberti . Tanto il titolo quanto il sottotitolo sono studiati ad arte per stuzzicare la curiosità del lettore e quasi per sottolineare quella sorta di mancanza di novità cui fa riferimento il testo biblico citato all’inizio. Di cosa parla questo libro? Lo racconta lo stesso Luca Telese a TvBlog : Racconto la storia della marchesa Casati Stampa e di quel delitto avvenuto nel 1970 a Roma, anno in cui sono nato. Il Marchese era proprietario di Villa San Martino a Arcore acquistata nel 1974 da Berlusconi […] In breve: furono trovati morti il marchese Casati Stampa, la moglie Anna e il giovane amante di lei, Massimo Minorenti, in un appartamento ai Parioli. Fu il primo scandalo sessuale, per cui cambiarono i costumi in Italia, si inventarono le strip, le strisce nere per mascherare foto che diversamente non erano pubblicabili. Nella casa del delitto furono trovate migliaia di foto in pose hard della Marchesa poiché il marito aveva l’abitudine di fotografarla mentre aveva rapporti sessuali con altri uomini. Fu la fine di un epoca per un certo tipo di tabù giornalistici e sessuali. Una storia classica, se vogliamo: sesso, tradimenti, voyeurismo, scandalo, omicidi…, ma con una sorta di piccola “postilla” che conferisce al libro il sapore della ciclicità della storia: “l’infinito intrico ereditario che avvolge il bene più prezioso del patrimonio Casati Stampa: Villa San Martino”. Per dirla con Luca Telese: Amo le storie che cambiano la Storia e poi mi piacciono i gialli. Luca Telese La marchesa, la villa e il cavaliere . Una storia di sesso e potere da Arcore ad hardcore Aliberti, 2011 ISBN 9788874247325 pp. 131, con illustrazioni, euro 17,00 La marchesa, la villa e il cavaliere, di Luca Telese