L’esperienza di leggere un eBook

C’è chi difende a spada tratta il libro cartaceo, la sensazione di sfogliare le pagine, l’odore della carta, la fisicità delle sensazioni e chi è un paladino degli eBook , degli eReader e del “nuovo modo di leggere”. Per quel che mi riguarda, l’importante è leggere e in questo senso eBook o libro cartaceo è secondario (anche se, lo confesso, ho un debole per l’eBook). Giuseppe Granieri riporta nel suo blog un aneddoto personale su come ci si abitua ben presto a leggere tramite eReader e come ci si può disaffezionare al libro cartaceo: Un paio di giorni fa ho iniziato a leggere un parallelepipedo di carta. Erano mesi che non lo facevo. Poiché si tratta di un romanzo, ho iniziato a leggerlo a letto, che è il posto dove leggo la narrativa. La prima cosa che ho pensato, prendendolo in mano, è stata: “Maledetti hardcover. Pesa quanto l’iPad e non si connette a Internet”. La seconda è stata: “Mi conviene iniziarlo ora che devo partire? Altro peso in borsa. Con l’iPad verrebbe con me comunque”. Poi mi sono messo a letto e ho iniziato a leggere. Sbuffando: “Ma cavolo, non è nemmeno retroilluminato”. Dopo qualche minuto di lettura, infine, i miei amati parallelepipedi di carta mi sono definitivamente caduti dal cuore. Ed è stato quando ho cercato di evidenziare un brano passando due dita sul foglio e non è successo nulla. Nota Granieri che il suo rapporto con i libri cartacei ha una virata vintage , come succede con lo stereo, con il videoregistratore e con le ingombranti videocassette. Alla fine, è

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John Harvey Kellogg. Mai dire mais, di Silvestro Ferrara

Mentre gustate tranquilli e beati una tazza di latte con i cereali più famosi del mondo potreste mai immaginare che dietro quei pezzetti di mais croccanti ci sia una storia incredibile, grottesca e morbosa? La vicenda è quella di J ohn Harvey Kellogg , inventore dei fiocchi di mais e di altri cibi “gastricamente corretti”. Il Dottor Kellogg, instradato sulla via del salutismo e del moralismo da una coppia di avventisti, i coniugi White, diresse dal 1876 al 1943 il Sanitarium di Battle Creek, una clinica lussuosa per obesi, dispeptici ed erotomani. Nella sua follia l’eccentrico dottore propinava ai suo malcapitati pazienti diete a base di cibi insapori, incitamenti a ripetere la masticazione infinite volte, riposini rigorosamente all’aperto (anche a meno venti) e sedute estenuanti di esami clinici. Una menzione a parte merita il sesso, argomento al quale il dottore dedicò molti studi. La sua teoria era che il liquido seminale riparasse i tessuti danneggiati all’interno del corpo e per questo bisognasse disperderne il meno possibile. Da qui le crociate contro la masturbazione e i rapporti sessuali. In breve tempo divenne l’incubo degli adolescenti che per loro sfortuna vivevano nei dintorni della clinica: al minimo segnale di pubertà captato dai genitori, i poveri ragazzi venivano condotti dal dottor Kellogg il quale, tramite pratiche orribili e illegali nella maggior parte degli stati, tentava di estirpare le “insane” abitudini. L’autore racconta l’affascinante storia di John Harvey Kellogg in modo ironico e scanzonato, tanto da rendere quasi simpatico un personaggio a tratti mostruoso. Consigliato a chi ama le biografie non convenzionali e i personaggi stravaganti. Unica controindicazione alla lettura: subito dopo diffiderete di Spa e Beauty farm, il fantasma di un clistere da cinquanta litri di yogurt resterà in agguato per un po’. Mai dire mais si inserisce nell’irriverente collana I cattivi dell’editore Bevivino accanto alle biografie di personaggi come Margaret Thatcher, Steve …

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John Harvey Kellogg. Mai dire mais, di Silvestro Ferrara

– "Fukushima ovvero il crollo del paradigma nucleare" di Antoine Fratini

Tra le LettereOnLine: “Fukushima ovvero il crollo del paradigma nucleare” di Antoine Fratini

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– "Fukushima ovvero il crollo del paradigma nucleare" di Antoine Fratini

Ai confini dell’impero, di Guseppe Ciulla

Un’inchiesta che si inserisce nel solco della tradizione giornalistica quella descritta da Giuseppe Ciulla nel libro Ai confini dell’impero . 5.000 chilometri nell’Europa dei diritti negati , in libreria in questi giorni per i tipi della Jaca Book . Il libro è corredato di un inserto fotografico di 32 pagine a colori a cura di Damiano Meo. L’impero è l’Unione Europea il viaggio [si svolge] nell’estremo Est, nelle zone più distanti geograficamente ed economicamente dal triangolo Francoforte-Milano-Parigi. […] È il viaggio, geograficamente, in una periferia, ma, sostanzialmente, in una colonia che dal Sud polacco attraversa parte della Repubblica Ceca e dell’Ungheria siano a Romania e Bulgaria. Questa colonia che investe ampie zone dei Paesi dell’Est Europa è la colonia interna dell’Europa stessa, una colonia dove il vento civilizzatore che fa garrire le bandiere dei Paesi membri a Bruxelles sembra essere diventato un’atmosfera pesante e irrespirabile in cui si è dimentichi di qualsiasi diritto umano di cui Bruxelles si

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Ai confini dell’impero, di Guseppe Ciulla