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Milano sulle orme di Ezra Pound Poeta e Profeta, con Cives Universi e la figlia Mary de Rachewiltz

C’è un’onda poetica che attraversa il XX secolo come uno tsunami. È la spuma del pensiero alternativo, opaco, trasversale, pensato per stimolare la riflessione senza piegarsi al biasimo della facili soluzioni, un rischio di sorta, che definisce con coraggio la dimensione dell’umano e si incarna in determinate figure profetiche esemplari. Ezra Pound come Pasolini che lo legge , ed è proprio il celebre poeta e saggista americano ad aver ispirato il pomeriggio di conferenze organizzato dall’associazione culturale Cives Universi – Centro Internazionale di Cultura, che si svolgerà domani, venerdì 16 novembre, presso la Sala Verri del Centro Culturale di Milano . “Rendi forti i vecchi sogni perché questo nostro mondo non perda coraggio”, questo il titolo dell’evento che inizierà, a quarant’anni dalla morte del suo protagonista, con la proiezione del video introduttivo estratto dall’ intervista di Pasolini a Pound “Abbiamo un solo stelo e una sola radice”, per continuare con l’intervento della figlia del pensatore Mary de Rachewiltz . Per poi proseguire con le indicazioni per comprendere “decifrare e tradurre” alcuni punti chiave della sua opera come i Cantos (a cura di Massimo Bacigalupo) o l’Ulisse di Pound tra mito e scienza (di Giulio Giorello), per finire con il focus sull’ attività economica del poeta analizzata e il suo portato odierno, attraverso i contributi di Giulio Cesare Maggi, Domenico De Simone e Riccardo Soliani. Una girandola di suggestioni presentata nella brochure con il programma dettagliato degli interventi. A quarant’anni di distanza dalla scomparsa di questo grande autore, vogliamo riflettere a partire da un testo inedito della figlia del poeta Mary de Rachewiltz e insieme a numerosi esperti del panorama poundiano, sull’eredità culturale lasciata da Ezra Pound, approfondendo da una parte la sua maggiore opera poetica, I Cantos, di cui è appena uscita presso Guanda una nuova traduzione a cura del Professor Massimo…

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Victor Hugo e il poema sulla morte di Maometto

C’è una voce che sibila come un “sottile venticello” sulla tela digitale francofona. Si tratta di una delle “curiosità da complotto” con le quali ogni navigatore con una certa esperienza, ha imparato a fare i conti già da tempo. Insomma un rumor , una notizia, assolutamente non confermata, e difficilmente confermabile in ogni caso, secondo la quale Victor Hugo , il Vate della letteratura d’oltralpe che abbiamo già evocato molte volte, si sarebbe convertito all’Islam in tarda età. Un’informazione che ha alimentato molte polemiche e costruito scenari altamente inverosimili affondando le radici in un bel poema, poco conosciuto, e realmente composto da Hugo. Parliamo de “La 9 de l’egire”, lungo testo in versi dedicato alla morte del profeta Maometto , un’opera pubblicata nel 1858 che si inserisce ne “Le légende des Siècles” , un vasto piano costruito sotto forma di raccolta poetica e destinato a descrivere i momenti chiave della storia dell’umanità, passando per la descrizione di molti personaggi storici e di figure carismatiche del passato. Un bell’insieme di versi da leggere ed apprezzare in sé, al di là delle derivazioni della cosiddetta “rumeur Cousteau”, insieme di congetture che consiste nel ricondurre di volta in volta alla religione mussulmana, personaggi celebri come Rimbaud, Goethe oppure Napoleone, che si sarebbero uniti all’Islam e il cui statuto religioso sarebbe poi stato, dopo la loro morte, occultato dagli annali della storia ufficiale, rispolverando la dedica che lo stesso Hugo, allora in esilio, fece alla Francia il 28 settembre 1859, in occasione dell’apparizione a Bruxelles della prima serie in

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Subway-Letteratura a Napoli, ancora libri a portata di metrò

È cominciata ieri alla stazione “Toledo” , fermata recentemente inaugurata della linea 1 della “tanto vituperata” Metropolitana di Napoli, la distribuzione dei 5.200.000 copie dei libretti in carta riciclata, tutti introdotti da una prefazione d’autore a firma di uno dei membri della Giuria (che comprende importanti personalità del mondo della cultura, tra le quali alcuni nomi noti come Massimo Cacciapuoti, Andrea G. Pinketts e Raul Montanari), sul quale sono stati stampati i 13 racconti e raccolte di poesie vincitori del concorso Subway-Letteratura . L’iniziativa, organizzata in partnership Metronapoli S.p.A. e con il supporto di M.N. Metropolitana di Napoli S.P.A, ha inoltre selezionato, nell’ambito della tradizione che si propone di dedicare uno degli scritti alla città che ospita l’evento, “Incontro”, l’opera della giovane

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Faldone zero-venti, poesie di Vincenzo Ostuni

Faldone zero-venti. Poesie 1992-2006 di Vincenzo Ostuni è una raccolta poetica lontana anni luce dall’idea comune che abbiamo di poesia. Nella prefazione all’antologia I Novissimi , Alfredo Giuliani sosteneva che il poeta deve “trattare la lingua comune con la stessa intensità che se fosse la lingua poetica della tradizione e di portare quest’ultima a misurarsi con la vita contemporanea”, un incontro, per certi versi, sconcertante, ma di estrema creatività. Quanto accade in Faldone zero-venti di Vincenzo Ostuni, pubblicato per i tipi dell’editrice Ponte Sisto di Roma

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