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Il mulo, di Tony D’Souza

Quando le cose vanno bene, come nel caso di James, il protagonista e la voce narrante dell’ottimo Il mulo , di Tony D’Souza (appena uscito per ISBN), non esiste alcuna motivazione che spinga a chiedere se il successo durerà o meno. Giustamente, perché dovrebbe farlo? In fondo è un free lance molto apprezzato e pagato piuttosto bene; le sue parole sono approdate sull’Esquire, addirittura sulle pagine «dell’autorevole New Yorker»; va alle feste più chic di Austin con auto e abiti costosi; a queste feste, poi, in genere ci va da solo ma ne esce sempre in ottima compagnia. Quand’è così, la vita ti sorride, c’è…

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Il mulo, di Tony D’Souza

La mano che teneva la mia, di Maggie O’ Farrell

Sbatte le palpebre e si sforza di guardare altrove…E’ come mettersi una maschera, guardare sott’acqua e vedere un altro mondo che, a quanto pare, a sua insaputa è sempre esistito, sotto una superficie piatta e imperscrutabile. Un mondo che brulica di vita, creature e significato. E’ uno strano baluginio quello che prende gli occhi di Ted, neo papà a cui spesso si sovrappongono alla vista scene di vita venute da chissà dove. Gli succede anche ora, in età adulta, come leggiamo in La mano che teneva la mia, dopo il trauma forte della nascita del piccolo Jonah, a cui si è deciso tardi a dare un nome, visto che il piccolo si stava portando via la vita della mamma, la sua Elina. Alla storia di Ted e Elina si sovrappone, nella narrazione di Maggie O’Farrell, quella della caparbia ventenne Lexie – Alexandra detta Sandra – ribattezzata così dall’eccentrico Innes, che va a fermarsi con la sua auto proprio davanti casa sua, al confine fra Devon e Cornovaglia, in un bel giorno degli anni ‘50 …

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La mano che teneva la mia, di Maggie O’ Farrell

Le tentazioni di Gesù Cristo, di Enzo Bianchi

Per umanizzarsi l’uomo deve rinunciare ai sogni e alle illusioni di onnipotenza, nello spazio della libertà deve imparare l’arte della resistenza, e dunque essere consapevole della prova come esperienza essenziale alla sua libertà: senza tentazione non c’è libertà! Che senso ha per l’uomo contemporaneo, si chiederanno in molti, leggere un libretto come questo, sulle tentazioni di Gesù Cristo? Ha senso leggerlo anche per un non credente a cui non interessi aprire il cuore al fascino della personalità di Gesù – il “mite, l’umile di cuore” – delineata nelle preziose paginette di Bianchi? Ha senso eccome, secondo me, per chiunque voglia interrogarsi sul significato della propria esistenza in mezzo agli altri, oggi. Sul significato della libertà, della condivisione, della distruttività del desiderio di possesso per il cuore dell’uomo. Domande a cui Bianchi, priore della comunità di Bose, riesce a dare risposta con una profonda e bellissima interpretazione dei comportamenti di Gesù-uomo. Seguendo i suoi passi, riflettiamo sul perchè oggi, nell’era dell’interconnessione globale, “la solitudine è necessaria e feconda”. O di quale sia il senso di fare, a volte, “digiuno” di tutti i bisogni apparentemente essenziali (ma in realtà per la maggior parte delle volte “indotti”) in cui siamo immersi come in un castrante liquido amniotico che non ci fa nascere a noi stessi. Di come la soddisfazione di fame, bisogni fisici, esigenze materiali diventi lo

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La biblioteca dell’anatomista, di Jorgen Brekke

In automobile, ripensò alle lezioni di poesia che aveva seguito alle superiori. Il professore era un appassionato di Edgar Allan Poe, ecco perchè Felicia Stone conosceva quell’autore meglio di tanti altri. Ma non avrebbe mai creduto che quelle conoscenze le sarebbero tornate utili nel suo lavoro di detective. Almeno non fino a quel giorno. Un thrillerone da brividi e molto piacevole questo La biblioteca dell’anatomista , di Jorgen Brekke, con i suoi flash back nel cuore di un monaco vissuto nel 1500, apprendista al seguito delle arti proibite (all’epoca) di un anatomista, e che ha avuto una infanzia che lo segnerà a vita. Cos’è che lega i viaggi dell’anonimo frate alla ricerca di un famoso barbiere dell’epoca e dei suoi coltelli rinomati, a due omicidi avvenuti nel 2010 nella civilissima Norvegia, dove in genere i poliziotti come Singsaker escono tranquillamente in servizio senza pistola d’ordinanza? Su queste orribili vicende di sangue sembra pesare una passione squisitamente letteraria, lo studio di un antico manoscritto di Edgar Allan Poe, anche lui morto in circostanze mai del tutto chiarite. Il tutto si complica se sulla scena di uno dei due delitti c’è il protagonista di una vicenda mai risolta in un lontano passato: Jon Vatten, fortemente indiziato, all’epoca dei fatti, per la misteriosa scomparsa di moglie e figlio. Verso di lui, il passato sembra tornare ad accanirsi. Ma una intraprendente poliziotta americana con qualche ombra di troppo del

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La biblioteca dell’anatomista, di Jorgen Brekke