Tag Archives: recensioni

Eroi esauriti, di Davide Lisino

Anni fa, qui su Booksblog, è capitato di recensire un autore esordiente, Davide Lisino, il titolo del libro era Italian Cowboys . La lettura fu esaltante: la storia andava che era una meraviglia, i dialoghi erano brillanti, esilaranti, i personaggi erano vivi. Per farla breve, era uno bravo. A distanza di qualche anno, Lisino torna con una storia di avventura, altrettanto riuscita ed esilarante, pubblicata in e-book da goWare. Il titolo: Eroi esuriti , che conferma Lisino, per capacità di lavorare sul plot e sui personaggi, come una delle voci più interessanti del panorama della narrativa italiana. Questa volta Lisino ci porta nell’America del 1868 insieme a Giuseppe Garibaldi, che si trova a dover scappare dal paese – il nostro – che ha contribuito ad unire e…

Vedi l’articolo originale:
Eroi esauriti, di Davide Lisino

#TifiamoAsteroide. Wu Ming "mandanti morali" di una dissacrante e liberatoria gufata politico-letteraria

I Wu Ming sono mandanti morali (ma anche materiali) della raccolta di racconti dell’estate 2013, Tifiamo asteroide , diffusa come un virus di nicchia dal blog Giap . A qualcuno potrà sembrare che la definizione dell’estate 2013 sia troppo pretenziosa, (ad altri sembrerà troppo marketing ), immotivata, frettolosa. Ma se seguite il ragionamento di questa proto-recensione, forse non la penserete così. La genesi della raccolta è di quelle lampo: l’iniziativa è stata lanciata con un appello per partecipare al progetto con un racconto di fantascienza (il tutto deriva da un’idea di Alberto Biraghi, come spiegavamo ieri ), pubblicato il 6 giugno 2013. Compagn*, scatta il contest: scrivete racconti di fantascienza dove un grande meteorite colpisce il governo Letta, e facciamo il free ebook! — Wu Ming Foundation (@Wu_Ming_Foundt) June 6, 2013 Tifiamo Asteroide è uscito il 10 agosto 2013, 64 giorni in tutto per incastrare il…

Leggi l’articolo originale:
#TifiamoAsteroide. Wu Ming "mandanti morali" di una dissacrante e liberatoria gufata politico-letteraria

Una ragione per morire, Lee Child

È affascinante come un autore inglese, nel caso specifico Lee Child – che si è trasferito negli Usa anni fa –, racconti così bene una parte di quell’America violenta, ignorante, provinciale e gonfia di ingiustizie. Lee Chil vi contrappone un protagonista che – è arrivato al quindicesimo appuntamento con quest’ultimo libro Una ragione per morire (Longanesi), senza contare il film con Tom Cruise – è ormai popolarissimo: Jack Reacher. Spavaldo. Grosso. Fisicamente devastante. Ex militare addestrato fino al midollo. Ma soprattutto insofferente alle ingiustizie. Qualunque esse siano. Inoltre, Jack è un tipo solitario e per di più senza fissa dimora. In uno dei suoi vagabondaggi decide di fare una capatina in Nebraska, zona rurale nel cuore dell’America, «un’area senza legge» lo ha definito lo stesso Lee Child, fatta di paesaggi che guardano a nord e scarsamente popolata. E quel poco di popolazione che c’è non sembra affatto incline ad accogliere uno straniero in casa. Specie se questo straniero non si fa gli affari suoi. Certo, se Jack potesse scegliere, con ogni probabilità sceglierebbe di restarsene in pace. Ma così non è. Tutto comincia allorché Jack arriva nell’unico motel della zona. si ferma al bar. Il telefona squilla. Una donna vuole il dottore che se ne sta lì, solo, a ubriacarsi e non vuole saperne di fare il suo lavoro. Il …

Vai qui e leggi il resto:
Una ragione per morire, Lee Child

La famiglia Karnowski, di I. J. Singer

«Dedico queste pagine alla memoria del mio defunto fratello, I. J. Singer, autore dei Fratelli Ashkenazi. Egli era per me non soltanto il fratello maggiore, ma anche un padre spirituale e veramente un maestro di vita. Io guardo a lui come a un modello di grande spiritualità e di probità letteraria». Chi è che parla è Isaac B. Singer – queste parole si trovano nei ringraziamenti del suo capolavoro La famiglia Moskat – fratello minore di Israel, ma anche più famoso al punto da averne oscurato la presenza nel panorama letterario. Certo, con ogni probabilità basterebbero quelle poche righe per fare di Israel (di chiunque) un grande scrittore del Novecento. La conferma, invece, arriva da un libro e, be’, scrivere capolavori deve essere un vizio della famiglia Singer. Il termine “famiglia” è ancora una volta parola chiave e tema centrale nel libro di Israel, scritto negli anni Quaranta e pubblicato ora in Italia da Adelphi: La famiglia Karnowski . A rigor di termini, si tratta di un’epopea. Inizia con David, gran lavoratore e studioso, che si trova in contrasto con il codinismo dell’ebraismo polacco in cui è nato e decide di andarsene nella più liberale Berlino dove avrà ottimo successo. Non avrà altrettanto successo con il figlio Georg: uno scavezzacollo che non vuole saperne di percorrere le profonde orme del padre, ha poca voglia di studiare e meno di lavorare. Diversamente da David, Georg ha una colossale confusione in testa: sulle sue origini religiose, culturali…

Leggi qui il resto:
La famiglia Karnowski, di I. J. Singer