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Scrivere in italiano, di Fabio Rossi e Fabio Ruggiano

È indubbio che, negli ultimi anni, è in atto un cambiamento linguistico che molti studiosi non hanno esitato a definire deleterio per la nostra lingua. La decadenza e l’impoverimento dell’italiano, scritto e parlato, infatti, è al centro di un acceso dibattito. Spesso sentiamo dire che gli italiani scrivono male e ciò dipende-rebbe soprattutto dalla televisione e dall’utilizzo di nuovi media come twitter, sms, e-mail. C’è qualcosa di vero, naturalmente. Tuttavia, alcuni studi sostengono che, in realtà, in televisione si fa uso, almeno in…

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Un’educazione parigina di Roberto Saporito

Un breve testo, per trasmettere due volti della città Parigi, dai quartieri del centro alla periferia, in un movimento che ricorda l’educazione sentimentale. La voce narrante è sdoppiata nel libro “Un’educazione parigina” di Roberto Saporito , e non solo per ragioni stilistiche, ma sostanziali. Ecco che vi si incontra un primo io , uomo di successo, alle prese con la sua vita dopo. In un post che implica sempre un grande dolore, che in questo caso coincide con la morte dell’amata Keiko, scomparsa eppure presente in innumerevoli citazioni, come un’ombra, un solido fantasma che scorre nelle pagine e nelle strade di Nizza, attaccata sotto la pelle del primo lui. E poi c’è il secondo io , solo apparentemente più leggero, imbarcatosi per una ragione che si può solo immaginare (per i pragmatici puri che non riuscissero a credere fino in fondo all’assurdo desiderio di ritrovare Simone, professoressa di francese e ardente amore di gioventù) nell’improbabile impresa di raggiungere Parigi in bicicletta , avventura nella quale riuscirà a…

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Un’educazione parigina di Roberto Saporito

Don Peppe Diana. Per amore del mio popolo, graphic novel di Raffaele Lupoli e Francesco Matteuzzi

Ho sempre ostinatamente pensato che non esistessero deroghe all’ottica laica, e nel farlo mi sono convinta poco a poco che molte importanti figure spirituali, hanno e devono avere un’influenza trasversale sulle coscienze, al di là del loro ruolo “istituzionale”. E’ quel che accade ancora oggi con Don Giuseppe Diana , parroco di San Nicola di Bari a Casal di Principe, educatore, vittima della camorra e protagonista di una graphic novel. “Don Peppe Diana. Per amore del mio popolo” . Una pubblicazione sceneggiata da Raffaele Lupoli e disegnata Francesco Matteuzzi, che ripercorre la vita di Don Peppe , concentrandosi sui momenti che ne hanno preceduto la dipartita, e soffermandosi sulle coraggiose attività che lo hanno portato nel mirino della camorra, in virtù di un impegno personale testimoniato dai ricordi di chi lo ha conosciuto, ai quali si aggiungono alcuni documenti inediti. La storia a fumetti e il ricordo di un prete-scout, engagé nella comunità Internazionale dei Foulards Blancs nata a Lourdes nel 1926, tenacemente impegnato nella difesa dei cittadini di uno dei più noti feudi della criminalità organizzata campana, e morto in chiesa, a due passi dai fedeli, alle 7.25 del 19 marzo 1994, il giorno del suo onomastico e della festa del papà, nel quale è stato stroncato da cinque colpi sparati da un sicario mentre si preparava a celebrare la messa. Gli abiti talari e la sagrestia non hanno…

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Sister Beppa super act, di Paolo Gariglio

“Diffondete l’amore ovunque andiate: prima di tutto nella propria casa. Date amore ai vostri figli, a vostra moglie o vostro marito, a un vicino di casa…Fate in modo che chiunque venga da voi se ne vada sentendosi meglio e più felice” (Madre Teresa di Calcutta) La suor Maria Claretta all’italiana, ecco a voi Suor Beppa, ovvero Giuseppina Ronco, “dalla faccia bella tonda e ilare come un uovo di Pasqua alla vaniglia”, che ci delizia con le sue imprese degne della protagonista di Sister Act (suor Maria Clarette del convento di S. Caterina a s. Francisco). La stessa che ripeteva alle sue seriose consorelle: “Sorelle, noi tutte vogliamo avvicinarci a Dio, ma non è il caso di mettergli paura!” Suo Beppa – come ci racconta Paolo Gariglio in questo suo Sister Beppa super Act – è una che si deve far aiutare a slacciare dalla sottana una sfilza di salumi per salvarli dai topi che infestano la casetta dove si fa il campo scuola con i ragazzi. E per lei è naturale – per metterli in contatto con Dio – sollecitare i maschietti a “cambiar l’acqua al canarino” la notte sotto il cielo stellato. Lei la spiega così, all’attonito “Don”: “Vedi, i maschi quando sono in pace e soprattutto nel buio della sera e fanno la pipì tendono ad alzare la testa e guardare il soffitto. Se gli organizzi la faccenda sotto il cielo stellato, invece di guardare le mattonelle del bagno, si trovano a leggere la prima pagina del catechismo che sono le stelle del cielo. E’ il cosmo il sillabario di Dio”. Perchè suor Beppa amava gli animali, aveva …

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