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Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia, a cura di Marcello Ravveduto

Ne sono successe di cose nel 1992. È l’anno di Tangentopoli e della fine della Prima Repubblica; nel 1992 vennero uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; le reti Fininvest iniziano le programmazioni dei telegiornali; viene firmato il Trattato di Maastricht; la chiesa cattolica riabilita Galileo Galilei… Sono solo alcuni degli eventi accaduti venti anni fa. Una cronologia completa del 1992 è a cura di Carmen Pellegrino nel libro Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia , pubblicato da Castelvecchi nella collana RX. Sono diciotto gli autori …

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Sono modesto e me ne vanto!, di Claudio Nutrito

C’è un pregio innegabile negli scritti di Claudio Nutrito : la capacità di riflettere – e far riflettere – sull’uso che facciamo della nostra lingua. Lo avevamo già apprezzato in Non ho niente da dire, ma so come dirlo . Trattato ad uso del moderno opinionista in cui analizzava il modo di parlare degli opinionisti. Ora Nutrito ci invita a soffermarci sui nonsensi, controsensi e paradossi apparenti in Sono modesto e me vanto! , in libreria per i tipi di Stampa Alternativa . Il libro è composto da nove capitoli di cui il primo, gustosissimo, è costituito con cento paradossi d’autore. Claudio Nutrito prende in esame vari modi di dire, diverse situazioni, alcuni aspetti della vita reale e li sviscera guardandone il lato paradossale ma, soprattutto, mostrando come a volte i nonsensi, i controsensi e i paradossi

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Sono modesto e me ne vanto!, di Claudio Nutrito

Oro, argento e birra. Le Olimpiadi di Londra, di Antonio Caprarica

Da piccola seguivo molto lo sport, adesso un po’ meno, ma le Olimpiadi sono sempre un avvenimento interessante e coinvolgente. Così, spulciando un po’ la storia di questa manifestazione, e dispiaciuta di non aver scelto di andare a Londra ad agosto, piuttosto che a settembre, mi sono imbattuta nel recente libro di Antonio Caprarica : “ Oro, argento e birra. Le Olimpiadi di Londra “. Il titolo mi ha strappato un gran sorriso, vista la mia passione per la birra, e mi ha incuriosita alla lettura. Il saggio narra delle tre edizioni olimpiche nella capitale inglese, dal 1908 a quelle del 2012 attualmente in corso, passando dal 1948, che sanciscono Londra come cuore dello sport. D’altronde la cosa non sorprende: le più popolari discipline sportive hanno delle radici inglesi, dal calcio al tennis – con il famoso torneo di Wimbledon dal 1877, dall’ippica al baseball – che era giocato dai bambini inglesi, passando anche da…

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Oro, argento e birra. Le Olimpiadi di Londra, di Antonio Caprarica

Gli otto peccati capitali della nostra civiltà, di Konrad Lorenz

Tutti i vantaggi che l’uomo ha ricavato da una conoscenza sempre più approfondita della natura che lo circonda, i progressi della tecnologia, delle scienze chimiche e mediche, tutto ciò che sembrerebbe destinato a lenire le sofferenze umane, tende invece, per un terribile paradosso, a favorire la rovina dell’umanità. Che senso ha leggere un saggetto del genere, scritto all’inizio degli anni ‘70, oggi? Ha senso perchè la “nostra civiltà”, è proprio diventata quella che Lorenz, a suon di esempi tratti dalla medicina e dall’etologia, descriveva lucidamente già 40 anni fa, semplicemente analizzando gli embrionali sintomi del suo malessere e le origini di quella che lui chiama “decadenza” dello stesso genere umano. Gli otto peccati capitali di cui parla il titolo – la sovrappopolazione, la devastazione dello spazio vitale, la competizione fra gli uomini, il deterioramento del patrimonio genetico, la tradizione demolita, l’indottrinamento, le armi nucleari – sono infatti le più gravi e principali minacce del nostro mondo ancora oggi. Il problema – e qui sta la meraviglia di questo libro – è che si tratta di qualcosa che, secondo le ipotesi di Lorenz, corrompe il cuore stesso dell’uomo, andando a modificarne abitudini ed habitat. Ad esempio, a causa della sovrappopolazione “l’amore per il prossimo, per un prossimo troppo numeroso e troppo vicino, si diluisce sino a svanire senza lasciare più traccia. Chi desideri ancora coltivare sentimenti di calore e cordialità per gli altri deve concentrarli su un numero esiguo di amici (…)”. E la mancanza di bellezza delle metropoli uccide. Lorenz lo spiega con un parallelo con il propagarsi delle cellule tumorali. D’altronde, “Come può un individuo in fase di sviluppo imparare ad avere rispetto di qualche cosa, quando tutto ciò che lo circonda è opera, per giunta estremamente banale e brutta, dell’uomo?”. Anche la competizione fra uomini, che nasce dalla brama di denaro, ha come risultato la fretta, che Lorenz in maniera molto originale collega all’angoscia. Splendide le pagine sul rifiuto della sofferenza dell’uomo moderno, che genera individui eterni…

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Gli otto peccati capitali della nostra civiltà, di Konrad Lorenz