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Bill Clinton: in un libro la ricetta per uscire dalla recessione

William Jefferson Clinton, detto Bill, è stato presidente degli Stati Uniti d’America per otto anni, due intere legislature, tra il 1993 e il 2001. Un periodo che coincise esattamente con l’ultimo periodo di crescita economica degli States, una crescita dovuta essenzialmente all’esplosione della cosiddetta new economy, trascinata dallo sbarco nel mercato delle nuove tecnologie informatiche. Ora Bill Clinton, a dieci anni dalla fine di quella sua esperienza politica, in piena recessione economica mondiale ha deciso di far sentire la propria voce attraverso un libro. Il volume, che si intitolerà Back to Work e che sarà pubblicato nel mese di novembre, contiene la ricetta segreta di Bill Clinton per far fronte a questa tempesta economica senza paragoni nella storia . Le prime indiscrezioni che sono trapelate danno per certa la presenza di due fondamentali ingredienti nella magica ricetta di Bill: «increasing bank lending and corporate investment», vale a dire aumentare l’attività creditizia delle banche, quindi il debito delle famiglie, e far crescere gli investimenti delle aziende. Ricetta rivoluzionaria? Non me ne intendo molto di economia, ma non direi. In ogni caso, ammesso e non concesso che qualche editore italiano voglia tradurlo, non sembrano esserci le condizioni per preoccuparsi: il libro uscirà in America a novembre, vale a dire che in Italia non potrà arrivare prima della metà del 2012. A quel punto l’economia come la intende Clinton potrebbe già essere un amaro ricordo. Via | Galleycat Foto | Flickr Bill Clinton: in un

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La mia vita in bicicletta, di Margherita Hack

“Sei per Binda o Guerra?…Questa fu la prima domanda che rivolsi ad Aldo, quando al giardino pubblico del Bobolino mi offrì di giocare con lui e i suoi amici, perchè io “avevo la palla” e potevamo fare un torneo. Allora avevo appena compiuto undici anni. Lui ne aveva tredici ed era per Guerra. Oggi io ne ho ottantanove e lui novantuno, ma giochiamo ancora insieme”. La bicicletta come punto di fuga che mette in prospettiva il mondo: detta le leggi per un mondo più ecologico, riduce la superbia dei dittatori a caricatura, ci spiega in cosa consista la giovinezza e ci mostra come forse l’essenza della vita a due sia proprio il saper divertirsi a mantenere l’equilibrio in due su una stessa bici traballante. Riesce a trasformare insomma le due ruote in una metafora della vita, questa gustosa e atipica autobiografia La mia vita in bicicletta , firmata dall’astrofisica Margherita Hack, classe 1922. Col ritmo scanzonato della sua fiorentina vitalità, pedalata dopo pedalata e di buona lena, divoriamo scattanti capitoletti in cui l’autrice ripercorre quasi un secolo di storia con gincane e carambole fra innamoramenti, affetti famigliari, passioni intellettuali e (naturalmente) escursioni all’aria aperta, sulle due ruote e spesso con al seguito gli animali di casa. C’è ad esempio il racconto dell’incontro con Aldo, conosciuto bambino e poi ritrovato per caso in età adulta (“ cominciammo la nostra storia insieme fatta di grandi litigate perchè non andavamo d’accordo né sulla religione, né sulla politica, praticamente su nulla. Ma poi pian piano iniziammo a riconoscerci nei bambini di una volta” ) la scuola vissuta al tempo del fascismo (beccò anche un richiamo per “disfattismo”), e poi la passione per la Fisica (l’iscrizione alla facoltà fu quasi casuale, e da piccola prendeva ripetizioni di matematica). Ma anche le sue concrete idee per un mondo …

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Libero. L’imprenditore che non si piegò al pizzo, di Chiara Caprì e Pina Maisano Grassi

Sono trascorsi vent’anni dall’omicidio di Libero Grassi da parte della mafia. In vari modi e a vari livelli – come, per esempio, con il fumetto Cara mafia, io ti scrivo – si sta ricordando il coraggio di un uomo che si oppose alla mafia e alla pratica del “pizzo”. Un profilo umano e molto appassionante di Libero Grassi è quello scritto da Chiara Caprì insieme a Pina Maisano Grassi, moglie di Libero, e pubblicato per i tipi della Castelvecchi . Il libro, dal titolo Libero. L’imprenditore che non si piegò al pizzo , ha la prefazione di Marco Travaglio. Di questo libro, due sono gli elementi che mi hanno colpito. Prima di tutto la giovane età dell’autrice: come leggiamo in quarta di copertina Chiara Caprì ha venticinque anni, ha già pubblicato un saggio sulla magia cinese in Italia e i suoi legami con Cosa Nostra ed è socia fondatrice del Comitato Addiopizzo di Palermo. L’esperienza di Libero Grassi, insomma, non è caduta nel vuoto. L’altro aspetto che ho trovato interessante di questo libro è la dimensione umana di Libero Grassi. Oltre all’impegno politico e sociale, infatti, nel saggio si lascia molto spazio ai ricordi di Pina Maisano Grassi, moglie di Libero e, dopo l’omicidio, senatrice della Repubblica. Dai ricordi, dalle lettere – riprodotte nel libro – emerge una figura di uomo che amava la vita, amava il suo lavoro e amava l’onestà. Riporto una lettera che Libero scrisse a Pina nel 1954: Mio dolcissimo amore, unica vera gioia della mia vita; se tu sapessi come desidero riposarmi tra le tue braccia, e baciarti e abbracciarti, capiresti la mia pena quando debbo constatare che anche domani…

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Sono trascorsi vent’anni dall’omicidio di Libero Grassi da parte della mafia. In vari modi e a vari livelli – come, per esempio, con il fumetto Cara mafia, io ti scrivo – si sta ricordando il coraggio di un uomo che si oppose alla mafia e alla pratica del “pizzo”. Un profilo umano e molto appassionante di Libero Grassi è quello scritto da Chiara Caprì insieme a Pina Maisano Grassi, moglie di Libero, e pubblicato per i tipi della Castelvecchi . Il libro, dal titolo Libero. L’imprenditore che non si piegò al pizzo , ha la prefazione di Marco Travaglio. Di…

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