Casa editrici specializzate: solo argomenti canini per edizioni Altea

Segnalo con piacere questa piccola casa editrice, Altea, che ha scelto di specializzarsi in tutto ciò che riguarda i cani. Chi è ad esempio l’educato e chi l’educatore, nel rapporto col proprio cane? Si chiede in uno dei volumi pubblicati dalla casa editrice, Chi educa chi , l’educatore Riccardo Morelli. L’autore, che descrive “i meccanismi di apprendimento” dei nostri amici a quattro zampe spiega “teoria e  piccoli esercizi e giochi pratici da provare personalmente con il proprio cane”. Perchè chi ha un cane deve conoscere le modalità di comunicazione e relazione del “branco misto” in modo da poter impostare correttamente i rapporti nella vita quotidiana, come avverte in Dalla psicologia canina alla pet therapy Luigi Polverini, autore anche de Il cane è il migliore amico dell’uomo? Domanda a cui Polverini risponde “dipende. Perché a volte la convivenza con un cane è tutt’altro che semplice. La differenza di modelli comunicativi fra l’uomo e il cane può portare incomprensioni, ecco allora che nascono i primi problemi, dai più semplici come l’essere disobbediente, a quelli più importanti come l’aggressività o la distruttività”. La soluzione secondo Polverini è “l’approccio cognitivo”; nel quale “la parola comando-ordine è sostituita dalla parola richiesta, perché alla base di tutto c’è la relazione, non l’obbligo insensato ad obbedire”. Ma in catalogo ci sono anche belle monografie

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Il Turco, di Tom Standage

L’uomo contro la macchina. La macchina che sfida l’uomo. Due affermazioni, queste, che potrebbero essere la sintesi dell’interessante libro di Tom Standage, Il Turco , pubblicato in questi giorni da Nutrimenti . L’autore, è editor dell’ Economist , racconta la storia del celeberrimo automa scacchista che ha visto la luce nel 1770 per mano dell’ungherese Wolfgang von Kempelen e poi, alla sua morte, passato di mano in mano fino a divenire proprietà di Johann Nepomuk Maelzel che lo portò negli USA. Ed è proprio in un incendio scoppiato nel 1854 a Filadelfia che il Turco andò in cenere. L’automa, oltre ad essere bravissimo nel gioco degli scacchi e a battere fior fiore di scacchisti, era ammantato da un’aura di mistero perché nessuno riuscì mai a spiegarne il funzionamento. Proprio su questo aspetto Tom Standage costruisce la narrazione: all’inizio egli ci rivela che il mistero del Turco è stato oggi svelato, ma poi non ci dice nulla di più, incuriosendo il lettore e portandolo a scoprire sia l’avventura storica dell’automa giocatore di scacchi, sia la ben più interessante storia della meccanica che muoveva quelle meraviglie Sette-Ottocentesche che erano gli automi e, di conseguenza, l’acume delle menti che questi automi progettavano e scaturivano. Il Turco , così, non è solo un libro che narra di un automa, ma diventa quasi una sorta di viaggio nei progressi della scienza che ha portato alla nascita dei computer (non è un caso che l’ultimo capitolo del libro parli di Alan Turing ). Attraverso le pedine che si muovono sulla scacchiera, viene quasi delineata la fatica – e la bellezza – del cammino dell’umanità nell’andare sempre avanti, nello sfidare le macchine, da un lato, e nel lasciarsi aiutare da esse nella vita quotidiana. E come il Turco conteneva un …

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Il Turco, di Tom Standage

– "La Narrazione del Sutra del Loto" di Rev. Sinjyo

Nella rubrica d’autore “Riflessioni sul Sutra del Loto” di Rev. Sinjyo: “La Narrazione del Sutra del Loto”

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– "La Narrazione del Sutra del Loto" di Rev. Sinjyo

Mutande coraggiose, di Lorenzo Stanzione

“E basta! Non ne posso più della cacca e della pipì di Ambrogio, non voglio vivere rinchiusa nei pantaloni di un cacasotto o in un assetto ad aspettare che il piscilletto mi indossi di nuovo!” Non state sognando: il silenzio era stato rotto da una mutanda ribelle, un pezzo di stoffa parlante; non solo: anche permaloso. Quanti grattacapi hanno le mutande dei bambini. Tocca che fronteggino cacca e pupù come se piovesse, in certe stagioni. Certo, da una parte ce ne sono di ribelli, dall’altra n troviamo di ordinate e sempre preoccupate di preservare al meglio i loro padroncini. E’ il caso – in uno dei simpaticissimi racconti di questo Mutande coraggiose , di Lorenzo Stanzione – delle due mutandine sorelle, “una buona, ma così buona, che tutti…la chiamavano Jolanda, la bianca mutanda…l’altra cattiva Gramigna…perchè chi la indossa i denti digrigna”. In questo caso, Jolanda lo sa, basta un giretto di centrifuga e la sorella tornerà candida come lei! E se poi capita che le mutande colorate si accorgano di aver bisogno di sostenere i propri diritti (divertente lo slogan scelto “Mutandonio! Mutandonio!” al posto di Votantonio)? Certo, che bello sarebbe se si tornasse tutte ai tempi dei Mutande, sempre pulite e intonse, addosso agli abitanti dell’Olimpo (gli dei non hanno bisogno di fare pipì e pupù, si sa). A risolvere le loro questioni mutandesche (ci si stufa presto di essere continuamente bagnate, a tradimento, di cacca e pipì) c’è la mamma di tutte le mutande, la Grande Mutanda, che a volte è un po’ distratta (sarà perchè ha sempre un sacco di elastici per la testa) ma che alla fine risolve tutto, insegnando alle mutande quanto sono bravi e simpatici i bambini, e quanto è bello essere loro amiche. Lorenzo Stanzione Mutande coraggiose Erickson 14 euro Mutande coraggiose, di Lorenzo Stanzione