Il Diacono, di Andrea G. Colombo

Il Male sta per avvolgere il mondo e tutto parte da Roma, dalla Città del Vaticano, in piazza San Pietro. Un giorno scoppia una bomba, il Papa viene salvato in extremis e la vita di una ragazza viene sconvolta. Il Male sta per avvolgere il mondo e tutto parte da un piccolo villaggio dell’Uganda: la vita di Nathan viene stravolta da una terribile scoperta. Il Male sta per avvolgere il mondo e tutto parte da un uomo senza nome che viene ritrovato in Cisgiordania, nel Deserto di Giuda, 4 anni prima. L’uomo senza nome e senza passato è Il Diacono . Il Male sta per avvolgere il mondo e 33 esorcisti cercano di salvarlo. Il romanzo di Andrea G. Colombo è, come avrete capito, un intrecciarsi continuo di storie che vengono proposte anche con flashback e che sono unite da un filo comune: il dilagarsi del Male. Il Male in senso stretto, il Male inteso come Diavolo, come l’arrivo dell’Inferno sulla Terra. Nadia, i 33 Esorcisti, Il Diacono, Tessa, il bambino del deserto, il Pontefice, i Cardinali Farnese e Devereaux sono tutti piccoli (grandi) pezzi di un enorme puzzle e di un disegno che si sta compiendo lentamente. Tutti sono pedine e vengono mossi lentamente da una forza superiore. L’autore ha la capacità di proporre un romanzo horror che tocca un argomento inquietante e spaventoso (ma anche sottilmente affascinante): il Male. E lo fa delineando una serie di personaggi che rimarranno nella mente e che, attenzione!, non tutti arriveranno alla fine. I continui rimandi dei vari capitoli sono ben costruiti e il passaggio da tempo, luogo e situazione è calibrato in modo da appassionare la lettura senza appesantirla. Le 488 pagine, credetemi, passano in fretta. “Siamo porte. Ciascuno di noi, ovunque sul pianeta. Varchi spalancati attraverso cui il Male può irrompere e infettare la nostra realtà. Sino a oggi, i varchi erano tenuti …

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Il Diacono, di Andrea G. Colombo

Sir Gawain e il Cavaliere verde. Perla e sir Orfeo, di J.R.R. Tolkien

Ecco qui una ‘chicca’ pubblicata grazie a una piccola ma meritevole casa editrice: tre racconti tradizionali inglesi del XIV secolo tradotti da J.R.R. Tolkien, l’autore del Signore degli Anelli. Tolkien avrebbe voluto, come scrive nell’introduzione il figlio Christopher, che i testi fossero letti soprattutto ‘da chi non aveva alcuna nozione riguardo ad essi’. Perchè lui avrebbe ricreato, con la sua scrittura, la magia insita in essi. E’ davvero suggestivo, ad esempio, il racconto sul Cavaliere Verde, che un giorno si presenta alla Corte di Re Artù, “in quella dolce Britannia, ove strane vicende, guerre e paure /su tutta la terra si sono allargate/e il dolore ha rincorso la gioia/ogni volta, per quelle contrade”. Mentre Artù, nel pieno delle sue forze, pasteggia alla sua tavola con la sua corte, entra un cavaliere completamente verde: gli speroni, il manto, la pelle e il cavallo. E la sua sfida crea meraviglia nell’uditorio: vuole che qualcuno gli mozzi la testa con l’ascia che lui stesso gli porgerà. A patto che egli possa, a un anno esatto di distanza, rendergli il medesimo servizio. A farsi avanti è Gawain, nipote di Artù, uomo d’onore. E al suo gesto segue un prodigio: Gawain sarà sfidato a mantenere la sua promessa, e a manifestare il suo onore. E affidandosi alla sorte si metterà in viaggio col fido cavallo Grigolet. Ma Gawain ancora non sa che l’uomo…

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Sir Gawain e il Cavaliere verde. Perla e sir Orfeo, di J.R.R. Tolkien

Venerdì quiz di Booksblog/10

Eccoci di nuovo con l’appuntamento ormai fisso del venerdì. Oggi vi proponiamo un breve elenco (forma di espressione molto in voga negli ultimi tempi) di elementi dai quali dovrete indovinare il titolo di un libro di narrativa americana del ‘900. Gli indizi riguardano il contenuto dell’opera, ma anche altre informazioni sull’edizione italiana. Una macchina fotografica il colore arancione Marathon alcolismo un college Elementi di grammatica tradimento Buon lavoro! Classifica aggiornata. XDBahamut: 3,5 Sakura: 2 Costantino: 1 Ciarallitt: 0,5 Sartorio: 0,5 Ozarzand: 1 Venerdì quiz di Booksblog/10

Attorno a questo mio corpo. Ritratti e autoritratti degli scrittori della letteratura italiana

Sono rimasta davvero folgorata dall’idea che sta dietro questo bel tomone edito da Hacca edizioni. Un’antologia di contributi critici – da Raffaele Manica a Giulio Ferroni, o Paolo di Paolo – a cura di Laura Pacelli, M. Francesca Papi e Fabio Pierangeli, che mette in scena ‘il corpo’ dei più importanti scrittori della nostra letteratura. Come? Riportando ritratti che degli autori in questione fecero altri scrittori, oppure brani in cui essi parlano della loro concezione del corpo, o del loro stesso corpo. Il volume sarà in libreria a gennaio, ed è davvero una miniera di informazioni sull’argomento. Scopriamo così che Giordano Bruno era “omo piccolo, scarmo, con un poco di barba nera”, mentre Gabriele d’Annunzio, il Vate con la passione per lo sport, “non era prestante, tutt’altro…alto un metro e cm 64, pesa kg 75″, scriveva il fedele factotum Tom Antongini. Invece Fenoglio aveva un naso “prominente, sgraziato, affilato di sopra e poi gonfio come una cipolla sulla punta, con due narici lunghe, tanto da ricordare, come lo scrittore amava dire, quello proverbiale di Cyrano”. Dante poi pare fosse proprio un bell’uomo, molto alto per la sua epoca (più di un metro e 70). Oltre a questi dati che vi segnalo per mera curiosità, specifico però che ogni singolo contributo ci consegna un vero ‘ritratto letterario’ dell’opera dell’autore in questione. Infatti, come scrive Roberto Mosena, “l’interesse per il corpo degli scrittori troppo spesso è rimasto concluso in una specie di descrittivismo aneddotico…(la gobba di Leopardi, le coste di d’Annunzio, gli attributi virili di Campana)…Mentre è più raro domandarsi se esista una relazione tra il corpo e…

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Attorno a questo mio corpo. Ritratti e autoritratti degli scrittori della letteratura italiana