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Le cronache di Parmia, l’esilarante comicità del quotidiano di Adamo Lanna

Un ebook da divorare, tra risate, immagini letterarie e somiglianze. Ci sono libri che aspetti con impazienza l’ora di uscire dal lavoro per gettarti nella lettura, ammassi di parole che sono capaci di risvegliare dinanzi agli occhi delle situazioni talmente divertenti, da lasciarti lì, presissimo, a ridere in metro come un idiota, mentre la gente ti guarda di soppiatto, tra lo stupito e l’invidioso. Ebbene non se ne incontrano spesso, e “Le cronache di Parmia” di Adamo Lanna , fa sicuramente parte di questa categoria. Un insieme agile …

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Homo Narrans 2013, suggestioni artistico-letterarie in Valsugana

Quasi tutti gli uomini sono dei narratori […], grazie all’impressione che la vita abbia un corso si sentono in qualche modo protetti in mezzo al caos Robert Musil Homo Narrans (su twitter al profilo @FestivalPergine e da condividere anche su Instagram con l’hashtag #perginefestival ). Comincia bene quel Festival che debutta sotto l’insegna delle parole di Musil, è proprio il caso di dirlo se ci si pone l’obiettivo di presentare un evento che si colloca volutamente “Ai margini del mondo al centro del racconto”. Una curiosa intestazione per la trentottesima edizione del Pergine Spettacolo Aperto , che a partire da oggi, 5 luglio 2013, e fino al 13 del medesimo mese, porterà curiosi e visitatori al centro di un…

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Ludovica Amat, 60 giorni alla fine dei soldi per ripensare la crisi

Reinventarsi a quarant’anni passati, in una Milano sempre più vorticosa, ma meno ottimista, la sfida di un libro che scorre veloce come il conto alla rovescia che lo scandisce. “Luglio, col bene che ti voglio vedrai non finirà…” cantava Edoardo Vianello, e il nostro ingresso in questo primo mese completamente estivo del 2013 si accompagna ad un singolare conto alla rovescia, con il quale molti di noi stanno ormai imparando a fare i conti, riunito in una perla estremamente contemporanea come il testo di Ludovica Amat , dal significativo titolo: “60 giorni e finiscono i soldi” . Si tratta della storia di una donna attiva, libera professionista sulla quarantina passata, che si trova a far fronte ad una situazione del tutto nuova, segnata dall’ultimatum piuttosto perentorio della sua banca. Due mesi per ricominciare in una città che non aspetta come Milano, sei decine di lune per organizzarsi ed immaginarsi in una struttura quotidiana e professionale completamente ribaltata, poco più di otto settimane, per di più all’inizio del periodo estivo, nelle quali ricollocare le probabilità e adattarsi ad una flessibilità nuova e ancora più elastica. E così che, armata di una vena di grande autoironia e dopo un’iniziale scoramento intervallato da parecchie parentesi depresse e altalenanti, la protagonista avrà l’occasione di rivedere la sua stessa esistenza, tracciando un bilancio a tratti impietoso dei suoi anni lavorativi e rimettendo al centro passioni e competenze, tra progetti strampalati, un’esperienza nella promozione web da orientare di nuovo, una vita sentimentale piuttosto disastrata, qualche amico vero e tante conoscenze stimolanti. Sostenuta da un figlio disposto a mettersi ai fornelli e a passare sotto silenzio alcune ombrosità materne, da una sorella creativa e caotica fino all’estremo, persa tra storie d’infanzia rappresentate con la grandissima serietà di bacchette e lustrini e da un’ottima capacità di mettersi in discussione, al di là dei bastioni dell’orgoglio, imparerà a sgranocchiare la vita giorno per giorno…

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Grazie a Dio, storie di R/Accolti dal mare di Valentina Tortelli

Nel cuore dell’emergenza Nord Africa, con le testimonianze di coloro che sono fuggiti dalla Libia e da altri paesi per raggiungere l’Italia. “Grazie a Dio” , un augurio ma anche la base stessa di un testo che si promette di dar voce a tante storie sconosciute. Un percorso insomma che mette insieme tanti punti di vista costruendo un fitto arazzo di testimonianze raccolte da Valentina Tortelli , freelance classe 1981, che per molte delle persone di stanza al centro è semplicemente la “journalist” , qualcuno al quale raccontare la propria vicenda, senza paura di strumentalizzazioni. Ed ecco che, superata la grande barriera della vergogna, del dolore e del ricordo, gli occhi si abbassano, le voci diventano meno certe e le mani si tormentano, risuscitando fantasmi e drammi. Dalle riflessioni di Carmine Sciarrillo, Direttore del centro di accoglienza allestito in Calabria, a Falerna Marina in provincia di Catanzaro, tra il 2011 e il 2012, in prima linea per aiutare le vittime dell’emergenza Nord Africa, alle esperienze dell’avvocato Tonino Barberio, che giuda gli stessi ospiti ad orientarsi nella difficile burocrazia italiana, fino ad alcune informazioni sull’accaduto e molti chiarimenti sugli status di coloro che vivono nel nostro paese in attesa d’asilo. Le grandi difficoltà dell’integrazione, del lavoro, dell’assistenza sanitaria, ma anche l’umanità della ricostruzione, del recupero della dignità e della fiducia in sé, della rinascita, in un insieme di pagine che sono allo stesso tempo una doccia fredda e un’iniezione di speranza. Jamiu. Ora è così, un po’ canzonatorio un po’ spensierato. La sua però è una storia che viene da lontano, fatta di dure liti familiari, di omicidi, minacce di morte e di superstizioni soprannaturali. Jamiu è ghanese. A fare il barbiere ha imparato in Libia. Tagliava i capelli alla gente, vicino Tripoli, dopo esser scappato dal suo villaggio in Ghana. Nella sua vita, come in quella di molti profughi dll’Emergenza Nord Africa, si contano almeno due fughe: la prima dalla terra d’origine alla Libia, la seconda dalla Libia all’Italia, precisamente Lampedusa. entrambe sono…

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