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L’uomo sbagliato di Erica Arosio

Lei una donna di successo del Nord, con una famiglia perfetta, una vita sentimentale equilibrata, senza eccessi. Lui un uomo misterioso del Sud, con qualcosa da nascondere, con una vita – anche familiare – fatta di sentimenti forti e passioni. Due persone così diverse tra loro che si incontrano e si lasciano andare alla passione. Così potremmo riassumere L’Uomo Sbagliato di Erica Arosio, ma questo libro è davvero molto di più. Una storia intensa, che traccia in maniera eccezionale il profilo psicologico dei protagonisti, ne scava l’animo e le sensazioni, coinvolgendo il lettore fino all’ultima pagina. Finale che, non ha il vissero tutti felici e contenti , mettendoci invece di fronte alla cruda realtà della vita che non va sempre come vorremmo. E per fortuna ci sono libri che ci narrano realtà, perché anche a questo servono le pagine scritte: far riflettere, non solo sognare. La storia si districa tra un importante contratto tra un’azienda del nord ed una del Sud, che si rivela essere (con qualche – molti – sterotipo della malavita) un inganno. E l’ingannatore è proprio Riccardo, uomo sensuale e passionale, a cui Francesca non riesce a resistere. La passione tra i due si consuma tra alberghi ad ore nella grigia Milano e suites dell’assolata Puglia, tra luoghi comuni e sentimenti veri (in cui difficilmente non ci si riconosce), per arrivare ad un epilogo doloroso quanto vero. La stranziante scena dell’abbandono è di una perfezione stilistica che da sola merita la lettura dell’intero libro. 244 pagine che divorerete in una sera, che forse vi conquisteranno o forse vi irriteranno. Ma sicuramente non le dimenticherete. Erica Arosio L’uomo sbagliato ed. La Tartaruga € 16,00, 244 p. L'uomo sbagliato di Erica Arosio

Ricordo di Antonio Tabucchi a un anno dalla scomparsa

Forse i lettori accaniti in gran parte tendono a evitare la televisione, torno però a parlarvi di Rai Storia perchè anche questa settimana c’è un appuntamento da segnarsi (dopo il bellissimo documentario Philip Roth Revealed della settimana scorsa); sto parlando di uno speciale che andrà in onda oggi pomeriggio alle 18.30 per celebrare lo scrittore Antonio Tabucchi a un anno dalla sua scomparsa. Si tratta di una serie di interviste realizzate con suoi lettori e fan d’eccezione, sono amici o personaggi di spicco del mondo della cultura che raccontano aneddoti e particolari riguardo al celebre autore toscano, conosciuto ai più per il libro Sostiene Pereira (poi divenuto film e, come leggo in questo articolo su La Stampa, fece innamorare perdutamente l’attore Mastroianni) e per i suoi studi sulla poetica di Pessoa, nucleo vitale del suo amore per il Portogallo; un paese su tutto luminoso, talmente importante per Tabucchi da esserne diventato il luogo di sepoltura, anche perchè così può riposare accanto al suo maestro. E quando avrete finito di leggere o rileggere una delle sue opere, potrebbe farvi piacere completare l’esperienza dando un’occhiata al blog Sosteniamo Pereira , non c’è molto di letterario, ma è un inno -italiano- alla bellezza di Lisbona. Decisamente in sintonia con i gusti tabucchiani, buona lettura e buona visione tra libri, tv e computer in un ripasso – o scoperta – a tutto tondo. Foto | Ma se domani Ricordo di Antonio Tabucchi a un anno dalla scomparsa

Educazione siberiana di Nicolai Lilin

Ammetto di avere scoperto Educazione siberiana di Nicolai Lilin (Einaudi, Supercoralli) solo di recente; il romanzo di Lilin, uscito nel 2009, è ritornato alla ribalta negli ultimi mesi forse grazie anche al battage per il film di Salvatores. Il film -uscito nelle sale da circa un mese- non mi pare abbia riscosso grandi consensi, il libro invece è schizzato in vetta alle classifiche da settimane. E un motivo, ci sarà. L’ho letto in formato ebook, molto incuriosita dall’autore, che nonostante la giovane età (classe 1980), ha scritto un’avvincente biografia; e non è tutto, pare che uscirà un nuovo libro di memorie su altre “fasi” della sua vita. Cosa avrà attirato l’interesse del grosso pubblico? Alla luce di una prima analisi, oltre alla violenza potrebbe essere l’aura di fascinazione intorno ai tatuaggi, fenomeno che ormai ha contaminato un po’ tutte le fasce sociali della popolazione. Il libro ti cattura grazie agli episodi (spesso cruenti) di un’infanzia molto povera, ma impreziosita da forti legami sociali e familiari; si parla tanto del carattere ribelle -e romanzato- delle sue vicende, che narrano le contraddizioni di un’educazione criminale oramai estinta. A me pare che sopra tutto invece rimanga impresso il profondo rispetto per gli anziani e i meccanismi della rete educativa di quel mondo adulto. Ogni pagina si ricollega a un sistema relazionale di disciplina e grande considerazione per chi ha vissuto più di te e forse è questo il vero polo di attrazione di questo libro. Chiudo segnalandovi questa

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Viva la libertà, Roberto Andò porta sul grande schermo Il Trono vuoto con Servillo e Mastandrea

Toni Servillo sullo schermo ha mille volti, anche politici. E’ stato il Divo Andreotti, incarnando alla perfezione ambiguità, splendori e miserie di uno dei politici più noti e discussi della storia repubblicana italiana, e ha ricoperto recentemente i panni dei protagonisti di “Viva la Libertà”, pellicola tratta da “Il trono vuoto” di Roberto Ando’, con la regia dello stesso autore. E non gridate al refuso, perché Servillo è duplice nel suo dar vita ad Enrico Olivieri, leader del principale partito d’opposizione che, schiacciato dal peso dei sondaggi che lo danno perdente alle elezioni a venire, decide di lasciar tutto e fuggire a Parigi tra le braccia di Danielle abbandonando partito e campagna; e giusto di seguito incarnare con la stessa agilità interpretativa, Giovanni Ernani, gemello di Enrico e filosofo bipolare. Due facce della stessa medaglia evidentemente, riunite nella finzione orchestrata dal teorico dell’ombra Andrea Bottini (Valerio Mastrandrea) e dalla moglie, Anna affinché il partito non subisca le scosse della scomparsa del suo segretario generale, del quale non si hanno in realtà più notizie. E il duo direttivo ci ha visto giusto, perché Ernani è dotato di una prodezza retorica che da nuova linfa alla dialettica oramai esausta di un panorama politico che assomiglia in molti punti a quello italiano contemporaneo, stretto tra alcuni urlatori, ma senza meta. Così, d’improvviso, un bel giorno, il segretario riappare sulla scena: inizia a parlare una lingua diversa, poetica e lucida, che colpisce, sorprende. Le quotazioni del partito riprendono a salire, mentre l’opinione pubblica e le piazze tornano a infiammarsi d’entusiasmo. Nel rapido succedersi di eventi che caratterizza la campagna elettorale, il segretario diventa oggetto di un’ammirazione senza precedenti. Viva la libertà è un ironico affresco del nostro paese fermo sul ciglio del baratro, sulla rifondazione della leadership in un paese …

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