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La rosa e il leone, storia di un giallo troppo reale

Se ieri ci siamo soffermati su una scintilla innescata da un libro, la storia che vi presentiamo oggi va ben oltre e parte da La rosa e il leone , noir dello scrittore trentaquattrenne Daniele Ughetto Piampaschet, originario di Giaveno, in provincia di Torino. Un libro che ha il grande difetto di raccontare una storia che assomiglia troppo da vicino ad un terribile fatto di sangue che ha portato alla morte della prostituta nigeriana Anthonia Egbuna. La ragazza ventenne, in attesa di asilo politico, era stata ritrovata morta il 26 febbraio scorso vicino ad una diga del fiume Po, a San Mauro Torinese,

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"Il senso del dolore" di Maurizio de Giovanni

“Il senso del dolore”. L’inverno del commissario Ricciardi” passa ancora per i vicoli di Napoli e per i suoi “morti che parlano”. Dopo “Mammarella” e “Gli altri fantasmi” ecco un altro viaggio nella partenope più vera, quella che risuona tra i lastroni di lava percossi dai piedi di quell’uomo di giustizia senza cappello, che abbiamo già visto più volte in azione. E de Giovanni ritorna alle origini, approfittando dell’ennesimo fatto di cronaca sanguinosa, fa un passo indietro per spiegarci la ragione delle “particolarità sensoriali” del suo investigatore. Tra ricordi lontani e ipotesi presto confermate si fa presto ad immaginare uno scenario non proprio edificante, soprattutto per un tenero infante: E Luigi Alfredo aveva compreso che non avrebbe mai più potuto parlarne con nessuno, che quel marchio sull’anima ce l’aveva solo lui: una condanna, una dannazione. Negli anni che seguirono Luigi Alfredo andò definendo i confini del Fatto. Vedeva i morti. Non tutti e non a luogo: solo quelli morti violentemente, e per un periodo che rifletteva l’estrema emozione, l’energia improvvisa dell’ultimo pensiero

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La biblioteca dell’anatomista, di Jorgen Brekke

In automobile, ripensò alle lezioni di poesia che aveva seguito alle superiori. Il professore era un appassionato di Edgar Allan Poe, ecco perchè Felicia Stone conosceva quell’autore meglio di tanti altri. Ma non avrebbe mai creduto che quelle conoscenze le sarebbero tornate utili nel suo lavoro di detective. Almeno non fino a quel giorno. Un thrillerone da brividi e molto piacevole questo La biblioteca dell’anatomista , di Jorgen Brekke, con i suoi flash back nel cuore di un monaco vissuto nel 1500, apprendista al seguito delle arti proibite (all’epoca) di un anatomista, e che ha avuto una infanzia che lo segnerà a vita. Cos’è che lega i viaggi dell’anonimo frate alla ricerca di un famoso barbiere dell’epoca e dei suoi coltelli rinomati, a due omicidi avvenuti nel 2010 nella civilissima Norvegia, dove in genere i poliziotti come Singsaker escono tranquillamente in servizio senza pistola d’ordinanza? Su queste orribili vicende di sangue sembra pesare una passione squisitamente letteraria, lo studio di un antico manoscritto di Edgar Allan Poe, anche lui morto in circostanze mai del tutto chiarite. Il tutto si complica se sulla scena di uno dei due delitti c’è il protagonista di una vicenda mai risolta in un lontano passato: Jon Vatten, fortemente indiziato, all’epoca dei fatti, per la misteriosa scomparsa di moglie e figlio. Verso di lui, il passato sembra tornare ad accanirsi. Ma una intraprendente poliziotta americana con qualche ombra di troppo del

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La cupola del mondo, di Sebastian Fleming

Il romanzo storico ha un fascino tutto suo, con un elemento misterioso diremmo quasi del tutto naturale. Lo sceneggiatore e regista tedesco Sebastian Flemming ne ha scritto uno interessante perché mette insieme storia e architettura del Rinascimento. Il titolo: La cupola del mondo (appena uscito per Nord). La storia si dipana tra Roma, con la cupola più famosa del mondo (è lei la protagonista assoluta) e poi Firenze, certamente non in secondo piano, dal momento che la trama ruota intorno all’uccisione di Pico della Mirandola, migliore amico del Bramante. Fin qui la parte storica, e anche molto documentata. C’è davvero tutto il Rinascimento con buona parte dei suoi personaggi più rap-presentativi; geni come Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Bramante, per l’appunto, Antonio da Sangallo, e lo stesso Pico. Non solo, ci sono i Medici, il terribile sacco di Roma del 1527 per mano dei Lanzichenecchi e il Vaticano con i suoi striscianti giochi di potere (Giulio II, Leone X e Clemente VII). Mentre la parte romanzesca arriva con una serie di personaggi fittizi – che si mescolano e si mimetizzano alquanto efficacemente tra i personaggi che popolano il romanzo – che aiutano i due protagonisti a scontrarsi con i propri conflitti interiori e esteriori (la politica, il Vaticano e i suoi giochi di poteri) fino allo sfinimento delle proprie energie intellettuali. E non stiamo parlando di due protagonisti qualunque, parliamo di Michelangelo e Bramante il cui desiderio è quello di costruire la cupola dell’opera architettonica più grandiosa della cristianità. Il romanzo si apre nel 1564, con Giorgio Vasari che, a Firenze, viene a sapere che Michelangelo sta per morire. Corre al suo capezzale e non lo trova affatto morente, anzi …

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