Black Friars. L’Ordine della Chiave, di Virginia de Winter. Seguito-prequel de L’Ordine della Spada, fantasy originale e di gran classe
Black Friars. L’Ordine della Chiave , di Virginia de Winter , è l’atteso seguito di Black Friars. L’Ordine della Spada , di cui, come sappiamo, è il prequel. Il primo volume, di gran classe, era anche il romanzo d’esordio dell’autrice e, nonostante qualche difetto – in primis, una prosa molto ricca che, a volte, aveva “interrotto” scene d’azione o dialogo che avrebbero dovuto essere “snelle” e veloci – mi aveva colpito davvero molto. Avevo trovato ambientazione – in questo mondo fantasy di tipo pseudo-storico – e personaggi potenzialmente strepitosi, talmente originali, nonostante alcuni di essi fossero vampiri, che L’Ordine della Chiave era immediatamente diventata, per me, una tra le letture dall’impostazione più creativa e intrigante del 2010. E poichè so che Virginia de Winter, nel seguito-prequel ha cercato di porre rimedio all’eccesso barocco che contraddistingue il suo stile, da Black Friars. L’Ordine della Chiave credo di potermi attendere un romanzo davvero valido. Tra “bella scrittura”, invenzioni eleganti e intelligenti, personaggi interessanti e particolari e una storia appassionante. Eh sì, perchè nel libro, che fa un salto indietro di 5 anni rispetto al precedente …
– "Medicina e Caos: un filo d’Arianna per non perdersi" di Federico E. Perozziello
Nella rubrica d’autore “Filosofia della Medicina” di Federico E. Perozziello: “Medicina e Caos: un filo d’Arianna per non perdersi”
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– "Medicina e Caos: un filo d’Arianna per non perdersi" di Federico E. Perozziello
L’ultima sposa di Palmira, di Giuseppe Lupo
“Vi dirà tutto”, ha promesso mastro Gerusalemme, “a patto che avrete pazienza”. E si è messo a raccontare di quanto il paese non esisteva ancora e qui intorno era solo terreno incolto, gualchiere e valloni selvatici, cespugli di malva e di vitalba che la tramontana riduceva a deserto. La giovane antropologa Pettalunga – armata solo di passione di studiosa, e di fardelli di solitudine esistenziale – ripercorre le tracce delle vite degli abitanti di un paese quasi morto, che neanche le cartine geografiche hanno mai conosciuto. Si tratta di Palmira, al centro di un cratere che sorge dove prima c’era “una cartolina di paesi”: si tratta del territorio fra Basilicata e Irpinia più devastato dal terremoto, ridotto ormai a “una necropoli a cielo aperto, un purgatorio senza Dio”, fra le cui macerie si sta ancora scavando. Inizia così il bel romanzo di Giuseppe Lupo L’ultima sposa di Palmira , premio Campiello 2011, che ci mette in scena sotto gli occhi, dalle voci degli ultimi sopravvissuti, la saga di una comunità estinta eppur viva nei ricordi dei tenaci che ancora abitano il paese. Nonostante la devastazione, infatti, c’è un’ultima donna che deve ancora andare in sposa, in paese, Rosa Consilio, ultratrentenne (età tarda per le donne da marito, in paese) ostinatamente chiusa nelle sue case e caparbiamente corteggiata dai familiari del suo spasimante, Celestino. A lei Mastro Gerusalemme – che rifiuta di traslocare dalla sua bottega nonostante le minacce dei carabinieri – sta già preparando un armadio di noce massiccio che le ingoierà il corredo e che già puzza di morte. Il paese ha un curioso nome di donna, Palmira, donna prematuramente scomparsa in cui onore il Patriarca Maggiore fondatore (dieci mogli tutte morte di misteriosi mali, quaranta figli all’attivo) volle intitolare il borgo. Senza il consenso di Patriarca “non si stringevano matrimoni, non si contrattavano affitti…nessuno affrontava viaggi per le terre d’oltremare o partiva a caccia …
Libri per l’estate: Tra cielo e terra, di Roberto Allegri
Roberto Allegri nel suo ultimo libro Tra cielo e terra , pubblicato per i tipi della Mursia, racconta in modo aperto il rapporto che lo lega al cavallo. Al suo, in particolare, Rodin, ma anche al mondo che circonda questo animale che tanto ruolo ha svolto nella storia dell’uomo. Colpiscono subito il taglio che lo scrittore dà alla sua narrazione e la capacità di analizzare la grande sensibilità del cavallo, animale forte e delicato, schivo e tenero. Accarezzare un cavallo, strigliarlo, sellarlo e montarlo sono gesti che da soli ripercorrono la storia dell’umanità e, in un certo qual senso, della stessa creazione. L’uomo deve fidarsi del cavallo per poterlo avvicinare senza che la memoria atavica della fuga emerga nell’animale rendendolo inarrivabile, oltre che pericoloso. E il cavallo deve imparare a cedere fidandosi dell’uomo che sa scrutare nei laghi profondi dei suoi occhi e sa captare l’energia potente che scaturisce dalla pelle elettrica del cavallo. Il contatto con il mondo animale dà a chi si metta in ascolto delle indicazioni incredibili di quanta realtà di possa cogliere “sentendo” integralmente e non lasciandosi guidare da uno o due sensi. Gli animali insegnano la profondità e liberano l’uomo dalla superficialità. Il libro di Roberto Allegri si legge d’un fiato lasciando una sensazione gradevolissima. Non dobbiamo aspettarci virtuosismi letterari – non ce n’è bisogno –, ma uno stile pulito, onesto sì e scorrevole che ha lo stesso effetto di una cavalcata: rende leggeri. Roberto Allegri Tra cielo e terra . Un’esperienza di vita tra i cavalli prefazione di Al Bano Carrisi ISBN 978-88-425-4559-0 Mursia, 2011 pp. 196, euro 14 Libri per l’estate: Tra cielo e terra, di Roberto Allegri